Paola Gassman-Dino Buzzati
Osimo | "I sette piani tra tensione e riflessione"
di Andrea Carnevali
Paola Gassman-Dino Buzzati
L'amore provato dalla donna per Giuseppe Corte, interpretato da Ugo Pagliai, si è trasformato in un distacco forzato per i continui interrogativi esistenziali. Ma Elisabetta conserva l'umanità, accettando la vecchiaia che sta lentamente avanzando.
La società - uno spaccato degli anni ‘40 - è cambiata. I giovani che deridono l'avvocato Giuseppe Corte, all'uscita della scuola, sono gli antagonisti della vecchiaia di Giuseppe. Gli studenti sono simbolicamente il segno dell'indifferenza per l'avvocato. Elisabetta, nella storia sentimentale tra i due personaggi, è la nuova identità. La mediazione tra il passato dell'uomo e il suo riscatto. Il viso di Elisabetta è proiettato sullo schermo: si vedono le sue rughe che vengono osservate da tutto il pubblico.
Paola Gassaman è stata molto mimetica in questo ruolo. Ha lasciato che il tempo - nel personaggio di Elisabetta - cambiasse continuamente la sua presenza nella scena.
Del resto, solo così si vedono le alterazioni di Giuseppe Corte, malato a causa degli anni che sono passati, mentre Elisabetta, aperta e innamorata, afferma il desiderio di vivere.
Nella novella I sette piani, Giuseppe Conte, sofferente di una leggerissima forma di malattia, è ricoverato all'ultimo piano di una clinica, costruita su sette livelli, a seconda della gravità del paziente.
Una volta disceso un piano l'uomo non può più ritornare al livello superiore; di piano in piano Conte si avvicina al termine dei suoi giorni. Un "implacabile peso" l'opprime infine quando, giunto al primo piano dello stabile; il buio piomba sulla sua stanza, tutto sembra piegarsi a "un misterioso comando" e, inesorabilmente, cala il sipario.
La figura di Conte è emblematica dell'uomo che non si concentra sulla malattia, cerca fuori di sé la guarigione, invece di guardare dentro la propria anima per ritrovarsi. L'ansia di tornare a far parte della comunità dei normali al più presto aggrava la sua patologia e gli impedisce di incontrare la sua dimensione più profonda, dove risiede la sua salute. Tuttavia Elisabetta, in questa dimensione perde il suo ruolo positivo. Il dramma interiore esplode.
È stato facile intravedere, in tutto ciò, la mano di Dino Buzzati. C'è la stessa tensione che pervade in quasi tutte le opere. L'attesa degli eventi distruttivi percorre i racconti di Dino Buzzati degli anni ‘40.
Le scenografie di Marcello Morresi marcano, con i nuovi mezzi di comunicazione, telefono, cinema ed i macchinari estetici il dramma psicologico che intrappola Giuseppe Corte. Il personaggio di Elisabetta consente anche di leggere il dramma umano. È il ruolo della donna e della vecchia. Una condizione di accettazione.
L'identità di Elisabetta fa entrare nel personaggio. La nuova forma di stare insieme è mediata dal cinema. Perché? Tutto si gioca tra i molti interrogativi. La mescolanza dei linguaggi - cinema e teatro - e il tempo li hanno fatti diventare un topos contemporaneo.
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26/02/2008
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