Venerdì si è concluso dopo una lunga serie di incontri “Democrazia: nuovi scenari nuovi poteri”, con il seminario “Sussidiarietà: esperienze a confronto”. Hanno partecipato Mons. Paolo Tarchi, il dott. Lucio Babolin, il dott. Alfredo Aureli, il dott. Massimo Valentini, il dott. Luigi Bruni, ha moderato l’incontro il dott. Luca Urzì.

 

Il corso di formazione della scuola socio-politica 2004/2005 “Democrazia: nuovi scenari nuovi poteri” è stato organizzato dalla Diocesi di Ascoli Piceno e si è dimostrato un qualificato e approfondito momento di discussione sulla democrazia e di come oggi appaia, nelle sue varie tipologie costituzionali, vulnerabile e inclinata verso oligarchie strutturate anche in poteri non politici, economici, sociali, mediatici o verso governi personali.

 

L’undicesimo corso della scuola socio politica della diocesi ha trattato i temi come: “Sviluppo e lavoro nel territorio ascolano”, “Italia:quel che resta del capitalismo. Le trasformazioni emergenti nel campo dell’economia e della finanza”, “il rapporto tra democrazia e istituzioni nell’attuale congiuntura politica italiana: dialogo possibile?”.

 

All’ultimo incontro fa le conclusioni il Vescovo di Ascoli Piceno Silvano Montevecchi “si è parlato di giustizia, di uguaglianza ma dobbiamo parlare anche di fraternità – e aggiunge – lavoro per il mio paese ed occorre che tutti insieme facciamo sistema”.

 

Sua Eccellenza ricorda che dopo la fine della seconda guerra mondiale, anche per necessità, in Italia c’era una coscienza pubblica. Oggi dobbiamo riappropriarci di quello spirito in modo che ognuno dedichi e doni un po’ del suo tempo per il bene del paese.

 

“Quando vado nelle fabbriche dico ai responsabili, voi avete una missione, assumete due operai in più, non fate le opere per benevolenza ma date una mano allo società - dice Sua Eccellenza e aggiunge – ci sono molte cose che non vano bene, siamo in una fase di passaggio e c’è molta usura. La solidarietà deve divenire una norma di vita”.

 

Il corso è stato seguito da persone illustri e ha riscosso molti consensi, “un’alta espressione e una concretizzazione portano ad una visione etica della vita, con spunti per una cultura nuova anche nel campo dell’impresa” conclude don Giampiero Cinelli.