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Lo stop dell’ARPAM al piano di bonifica Restart

Ascoli Piceno | Il fermo dell’ARPAM al piano di bonifica Restart crea l’opportunità di superare la variante e decidere assieme il destino di Area Carbon col PRG.

ARPAM Ascoli Piceno

I nodi vengono al pettine. Adesso che i nuovi parametri della bonifica fissati dall'ARPAM fanno impennare i costi preventivati da Restart, i tempi sono finalmente maturi per superare la logica delle varianti e cominciare a costruire insieme un serio progetto di città del futuro, attraverso un buon piano regolatore. Ma soprattutto, i tempi sono maturi per trovare una seria soluzione e una destinazione utile per i 27 ettari di Area Carbon.

Che l'edilizia residenziale crei gravi diseconomie lo ammettono ormai anche i costruttori, i quali chiedono oggi di salvare la loro capra e i loro cavoli: cambiare il progetto di variante, salvaguardando però il profitto atteso (l'equilibrio economico finanziario), magari ricorrendo a finanziamenti pubblici. Non è così che si utilizzano i soldi dei cittadini. Al contrario, l'obiettivo dovrebbe essere di abbandonare la strada ormai impraticabile della variante, per elaborare un piano bene integrato sul territorio, che preveda sia la bonifica dell'area, sia la realizzazione di progetti utili ad una nuova economia che sostenga la città nei prossimi decenni. Per tale piano integrato, gli amministratori e i politici dovrebbero cercare e trovare finanziamenti regionali che, altrimenti, prenderanno ancora una volta strade lontane dal Piceno.

Ad Ascoli servono nuovi servizi, scuole sicure, spazi per la ricerca e la cultura, verde attrezzato, la riqualificazione del Centro Storico, una mobilità sostenibile. Ad Ascoli serve di tutto, tranne che nuove case: basta decidere bene, ragionando insieme nell'interesse di tutti e non di pochi. La città "smart" non si fa con le varianti.
Come si trovano le idee giuste per un territorio in grave deindustrializzazione e in calo demografico? Partendo da una analisi seria e aggiornata delle caratteristiche del territorio; attraverso il coinvolgimento e le proposte di cittadini, organizzazioni e associazioni; per arrivare ad una sintesi ragionata da parte del pianificatore (lo staff di Cervellati), a condizione di averlo prima liberato da quell'inaccettabile conflitto di interessi provocato dal doppio incarico di redazione del piano regolatore e della variante in favore di Restart. Si dovrà quindi mettere in equilibrio l'interesse collettivo con il giusto profitto dei costruttori proprietari: società di trasformazione urbana, separazione del diritto di superficie dalla proprietà, concessioni. Gli strumenti non mancano di certo.

Nel contempo, l'amministrazione dovrebbe agire nei confronti di chi ha inquinato, come stabilisce il Codice dell'ambiente, pretendendo anche il sequestro dei beni di SGL Carbon a garanzia del recupero dei costi, come già fatto in altre città. Una eventuale causa non provocherebbe nessun ritardo alla bonifica; e consentirebbe a noi ascolani di ottenere almeno una parte del giusto risarcimento per i danni alla salute e all'ambiente che abbiamo subito per decenni.

Per questi motivi, auspichiamo che il nuovo piano regolatore ed il progetto economico e urbanistico della Ascoli del futuro diventino i temi fondamentali della campagna elettorale, perchè essi contengono tutti gli altri: sviluppo, economia, servizi, cultura, vivibilità e sostenibilità.

03/02/2014





        
  



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