Da oltre cinque anni, un tratto di strada di circa 900 metri dell’antica Salaria che dalla frazione Tufo conduce ad Accumoli, è chiuso al traffico per alcuni cedimenti nella scarpata a valle e il transito ne viene impedito da blocchi di cemento.

Tale chiusura ha comportato la deviazione della originaria linea di autobus pubblici per Amatrice, un percorso alternativo di circa 10 km per gli abitanti delle frazioni Tufo e Capodacqua e un notevole disagio per agricoltori e boscaioli che non possono raggiungere i fondi in quanto l’accesso non è consentito ai mezzi meccanici.

Ad una precisa interrogazione del capogruppo UDC Raffaele Tassotti, l’assessore alla viabilità Offidani ha candidamente risposto che nel breve tratto in questione insistono ben “4 ponti ad arco in muratura, risalenti al periodo romano”, deteriorati ed insicuri per cui originariamente erano stati previsti € 195.000 per i lavori di ripristino, che si erano però rivelati insufficienti in quanto il costo complessivo dell’intervento è stato poi stimato in € 1.000.000, in concorso tuttavia con la provincia di Rieti, comproprietaria con Ascoli di uno dei ponti.

Conclude l’assessore affermando che altre preminenti esigenze non consentono di prendere in considerazione il caso e i 195.000 euro destinati altrove. Una provincia che si proclama paladina delle zone montane, vessillifera della tutela dei beni culturali in quanto patrimonio comune, lascia morire una strada sulla quale per secoli è transitata la storia e rappresenta, al di là dell’utilizzo pratico pur necessario, un simbolo di civiltà.

Tale atteggiamento è sintomatico del livello di sensibilità culturale e rivelatore della scarsa attenzione verso la realtà montana. Per restaurare e consolidare i ponti della antica Salaria consolare bisognerà aspettare un’altra Provincia che, auspichiamo, non tardi troppo a venire.