Venerdì, 5 febbraio, alle ore 21'30, per la rassegna "incontri con l'autore", promossa dalla Bibliofila in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, è stato presentato il libro "Vietato Menarsi" di Nadia Loni (Cipolloni).
Alla presenza di un pubblico numeroso ed eterogeneo: genitori, docenti, studenti e del Provveditore agli Studi, dott.Romualdo Discenza, del Preside Sante Pulcini e di vari Assessori, la relatrice Loredana Emili, Assessore alle Politiche sociali, ha introdotto il tema del libro: il disagio dei docenti nella Scuola di oggi.

Ha sottolineato con efficacia l'importanza della responsabilità scolastica nella formazione dei nostri ragazzi in una società sempre più disgregante e priva di riferimenti. Ha puntualizzato le pari oppurtunità che la Scuola dovrebbe offrire, in special modo, oggi, di fronte al problema dell'integrazione e, facendo riferimento a Don Milani, ha richiamato l'attenzione sul concetto di " umanità" che la docenza non dovrebbe mai perdere di vista.

Proprio sull'ultimo punto, si è soffermato l'intervento dell'autrice, la quale ha auspicato un miglioramento dell'interazione tra docenti e studenti con rilievo degli aspetti affettivo-relazionali. Si è mostrata perplessa circa la capacità degli insegnanti di cogliere il disagio giovanile e circa la capacità di gestire, nelle classi, il multiculturalismo.Tutto questo perché gli insegnanti sono gravati da un'infinità di richieste che vengono loro dalle nuove dimensioni delle stesse discipline e dal dilemma teorico-pratico tra la funzione di pura istruzione e l'educazione della persona, tra il primato dei saperi e quello dei valori.

Gravati, pertanto da sintomatologie di stanchezza, del burn-out, tendono a privilegiare gli aspetti culturali e cognitivi, trascurando la disponibilità affettiva. Punto di vista dell'autrice è che parametro fondamentale dovrebbe essere la relazione allievo-insegnante e la qualità della scuola si misura con la qualità dei docenti, essa funziona quando si mettono in gioco.

Sicuramente ce ne sono tantissimi che lavorano, appassionano e aiutano a crescere gli allievi, ma ce ne sono ancora tanti che non hanno la piena consapevolezza di cosa significhi essere un buon insegnante, scambiando la formale adesione ai programmi con la costruzione e la condivisione delle conoscenze e delle esperienze. Si è intrattenuta sugli elementi di conflittualità all'interno della comunità scolastica tra docenti e docenti, tra docenti e dirigenti, quest'ultimi, molto spesso, arroccati in atteggiamenti di arroganza e di onnipotenza ed elemento più di divisione che di coesione.

Ha concluso la presentazione con un messaggio di ottimismo e di speranza : la Scuola può sconfiggere l'odierna delegittimazione sociale se tutte le risorse umane, compreso lo psicologo a tempo pieno, si rimotivino in un progetto di autoformazione, ciò vuol dire che chi è dotato di competenze le deve mettere a disposizione di tutti e, altri, con umiltà, devono arricchirsene, senza invidie e piccinerie.

I dirigenti dovrebbero valorizzare gli insegnanti che lavorano e assumersi le responsabilità di prendere provvedimenti nei confronti degli imboscati.