“Mi sono dovuto fare un giro di due chilometri e per cosa ? Per un cartello segnaletico ! “ Il sig. Mario Felicetti è visibilmente adirato. Come la sig.ra  Raffaella Baiocchi, il sig. Mario Stipa e molti altri automobilisti che , ignari della chiusura del Lungomare, venendo da via Mare si sono ritrovati  di colpo la via sbarrata dalle transenne. Ora in quel tratto le opzioni per invertire la rotta sono obbligate.

 Trovandosi all’altezza di Via Mare 238 non si può che svoltare a destra in quanto a sinistra vi è un “senso vietato”. A destra si imbocca Via Laureati e qui bisogna fare almeno 1 km prima di avere la possibilità di svoltare, sia a destra che a sinistra. Svoltando a sinistra si ritorna sulla rotonda che per il momento è “off limits”. Non rimane che svoltare a destra ed imboccare Via San Francesco. Altri tre quattrocento metri e nuovo sbocco su Via Colleoni  da percorrere  per quasi un chilometro e mezzo prima di ritrovarsi  di nuovo in Via Mare.

“ Io faccio il rappresentante e vengo da fuori - aggiunge il sig.Mario Stipa- ho un appuntamento con un cliente presso l’ex Hotel Pierrot e per causa di questo disguido sono già in ritardo di mezz’ora. Perché non hanno messo un cartello almeno a mezzo chilometro dallo sbarramento così da dare la possibilità di scegliersi un’alternativa più conveniente ?” Ad onor del vero una segnaletica c’è ma si trova all’altezza di Via Mare 194, quindi a pochi isolati dalla rotonda di Porto d’Ascoli. Solo che in quel punto, aggiungiamo noi, serve a ben poco in quanto è ben oltre lo svincolo che immette su via Luzzatti situato invece in Via Mare ma al numero 172.

 Lo sbarramento del Lungomare invece si protrae fino al nr. 90 di Via Risorgimento. Ruspe, camion, gru  sono all’opera smantellando la vecchia passeggiata. Un pezzo di Lungomare se ne va e per sempre. Il signore di una certa età se ne sta tutto solo appoggiato ad pezzo di inferriata guardando gli operai al lavoro.Vedendoci scattare delle foto esclama “ Avrebbe dovuto scattarle a me quelle foto vent’anni fa d’estate quando qui ci portavo a  “pascolare” le straniere ! “.

Una simpatia a pelle ci invoglia a darci subito del tu e scambiarci due parole. Gli facciamo presente delle lamentele. E Francesco D’Ippoliti  (con l’apostrofo, ci raccomanda) quando viene a sapere che alcune sono di persone non residenti a San Benedetto esclama “ Ma se dovrebbero pagare per venirci a far visita ! Noi siamo terra di poeti ! Quel signore, Lazzi, Luzzi o Luzi ; come si chiamava? Beh, lui si che se ne intendeva di San Benedetto ! A noi piacciano quelli che a San Benedetto vengono per cose positive come quel signore con il turbante che sta alla betoniera, lo vede ? “.

 Il signore alla betoniera con il turbante oltre che  avere l’orecchio fine evidentemente capisce bene anche l’italiano. Difatti  si raddrizza e rivoltosi verso il nostro interlocutore congiunge le mani al petto in un breve inchino di ringraziamento. Straniere , in minigonna, di una volta che vanno (difatti non se ne vedono quasi più). Stranieri , con il turbante che vengono. San Benedetto, con le sue  dieci e più opere urbanistiche in atto si prepara, a suo modo, ad entrare nell’era della globalizzazione. Fra un paio di mesi è già stagione estiva. La città  raddoppia se non triplica di popolazione. L’augurio è che, per quel tempo, almeno la metà dei cantieri siano ultimati o in grado di farlo. Perché una paralisi del traffico d’estate non sarebbe per niente bella da vedere e tanto meno da vivere.