Fondi insufficienti per l'imprenditoria femminile
| ASCOLI PICENO - Scadono giovedì i termini per accedere ai finanziamenti, ma nelle Marche i fondi sono sempre più scarsi.
Scadono giovedì 13 i termini per accedere ai finanziamenti della legge sull'imprenditoria femminile.
Lo scorso anno su 510 progetti presentati ne sono stati finanziati
solo 98 e quest'anno andrà peggio Cna e Confartigianato : per le Marche fondi sempre più esigui.
L'imprenditrice marchigiana tipo ha una età media compresa tra i 30 e i 49 anni, ha un diploma di scuola media superiore. Nell'80% dei casi le imprese femminili sono create ex novo e solo nel 20 % dei casi sono ereditate. Ma tra i tratti distintivi delle imprese rosa delle Marche potremmo annoverare anche la difficoltà di accedere ai finanziamenti.
Scadono giovedì 13 marzo, ricordano Cna e Confartigianato, i termini per accedere alle agevolazioni della legge 215/92 sull'imprenditoria femminile. Una corsa cominciata il 13 dicembre scorso dopo la pubblicazione del decreto ministeriale sulla Gazzetta Ufficiale. Ma per molte marchigiane saranno speranze disilluse. Lo scorso anno su 510 progetti presentati ne sono stati finanziati solo 98.
In provincia di Ancona su 145, soltanto 20 sono stati ammessi a finanziamento, ad Ascoli Piceno su 152 progetti, 34 hanno avuto i fondi, a Pesaro Urbino 21 su 126, a Macerata su 87 progetti presentati ne sono stati finanziati 21. Lo scorso anno erano disponibili 3,5 milioni di euro per finanziare le imprese femminili. Quest'anno sono scesi a 2,5 milioni di cui 500 mila euro di cofinanziamento della Regione Marche. Si prevede
pertanto che sarà possibile finanziare soltanto 60/65 progetti rispetto ai 100 del 2002.
I finanziamenti potranno essere richiesti per l'avvio di attività,
l'acquisto di attività preesistenti, i progetti aziendali innovativi,
l'acquisto di servizi reali.
A beneficiarne sono le piccole imprese a prevalente partecipazione
femminile: se è titolare una donna, le società di persone e
cooperative in cui il 60 per cento dei soci sono donne e le società di capitali in cui le donne detengono almeno due terzi delle quote e
costituiscono i due terzi del Consiglio d'Amministrazione. Le domande vanno presentate all'Assessorato regionale Formazione e Lavoro delle Marche. Dobbiamo ancora una volta lamentare, sottolineano Cna e Confartigianato, la carenza di fondi contrapposta invece al desiderio delle donne marchigiane di intraprendere una attività.
Un freno allo sviluppo che penalizza chi vuole investire in proprio, o chi ha una idea imprenditoriale. Non bisogna dimenticare che nelle Marche le donne disoccupate sono 17.385 e 4.181 sono in cerca di prima occupazione. Nutrita la fascia di disoccupate tra i 15 e i 29 anni: sono 8.468. Per molte di loro diventare imprenditrici di se stesse ed avviare una attività autonoma nell'artigianato o nel commercio potrebbe essere una valida opportunità. Nel nostro Paese le imprenditrici artigiane sono 300 mila pari al 20% del totale. Negli ultimi sei anni
le imprese al femminile sono aumentate del 59% contro il 28% di
incremento degli imprenditori.
La scelta del lavoro autonomo, non é un ripiego, ma la volontà di
darsi da fare, ed una scelta ponderata. Se da una parte la volontà
delle donne di mettersi in proprio é in costante aumento spesso non
trova il contesto adatto per trasformarsi in una attività imprenditoriale.
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10/03/2003
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