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“La verità sulla “Sorgente dei Monti Azzurri””

Ascoli Piceno | Intervento del segretario provinciale dell’UDC Raffaele Tassotti

di Raffaele Tassotti*

Da un po’ di tempo a questa parte assistiamo, con periodica cadenza e chiara regia, ad una serie di interventi sulla stampa, tutti provenienti dall’arcipelago della sinistra, contrari alla concessione al Consorzio Idrico per l’imbottigliamento dell’acqua della “Sorgente dei Monti Azzurri”; qualcuno ha addirittura invitato i lettori ad inviare e-mail al Presidente Rossi perché neghi tale concessione, veicolando disonestamente il rischio di una privatizzazione dell’acqua.
 
È bene precisare che non si privatizza proprio nulla: tutto il ciclo delle acque, dalla captazione alla distribuzione, alla depurazione, è gestito dal pubblico; l’ATO, il Consind, il CIIP sono enti e società totalmente pubbliche in quanto emanazione di Comuni e Provincia. Nessun rischio per i nostri rubinetti, né ora né per l’avvenire. Qui si tratta di utilizzare una minima parte della sorgente di Capodacqua in Comune di Arquata (il 6% netto) che attualmente si riversa totalmente nel Tronto senza beneficio per alcuno.
 
Tale acqua è stata classificata tra le prime cinque a livello europeo; non solo è batteriologicamente pura, ma possiede anche provati effetti terapeutici e proprità favorevoli alla salute. Basti pensare che il suo residuo fisso è di 141 mg/litro mentre acque più pubblicizzate e conosciute ne contengono quantità di gran lunga superiori (Ferrarelle  1273 mg/l.; Sangemini 988 mg/l.; Uliveto 860 mg/l.; Lete 849 mg/l.).
 
Da un punto di vista occupazionale poi, il progetto di coltivazione della sorgente prevede un impianto che, nella fase iniziale darebbe lavoro a n.  15 unità e, a regime, a ben 28 unità; se si considera poi, come dimostrato da statistiche per impianti del genere, che l’occupazione nell’indotto è di quattro volte superiore, si possono prevedere oltre 100 posti di lavoro che per la zona montana rappresenterebbero una risorsa straordinaria. È certo poi che tutto il Piceno ne avrebbe indubbi vantaggi perché un marchio come la “Sorgente dei Monti Azzurri” eserciterebbe una attrazione di cui beneficerebbero tutti gli operatori turistici.
 
È da dire inoltre che la realizzazione di tale iniziativa non comporterebbe alcun impatto ambientale in quanto le lavorazioni non danno luogo ad alcun inquinamento né del suolo, né dell’acqua, né dell’aria, in quanto gli scarti prodotti sono quelli definiti speciali dal decreto Ronchi , assimilabili agli urbani e totalmente riciclabili in quanto materie termoplastiche.
Bisogna infine considerare che tutto il procedimento amministrativo si è concluso favorevolmente e negare la concessione è un atto di arbitrio e prepotenza.
 
Al consiglio provinciale aperto ad Acquasanta la quasi totalità dei numerosi partecipanti ha sollecitato la concessione, come pure tutta la minoranza consigliare e come pure parte della maggioranza che nell’intervento del portavoce dei DS ha palesato una apertura ed una disponibilità ben diversa dalla totale avversione di Rifondazione Comunista.
 
Ritengo che la gente di Arquata e della montagna abbiano il sacrosanto diritto a beneficiare di questa loro risorsa, come anche tutta la gente del Piceno. Negarla sarebbe puro arbitrio ed omissione di atti dovuti. Ci impegneremo senza sosta fino all’esito favorevole che non può più essere procrastinato.
 
*segretario provinciale e capogruppo in Provincia UDC

10/03/2005





        
  



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