"In merito ad articoli di stampa apparsi sui quotidiani locali in cronaca di Ascoli del 12/3 u.s., mi preme fare alcune considerazioni che ritengo possano meglio chiarire la situazione che la nostra provincia sta attraversando sotto il profilo sanitario. In questi giorni si sta sempre più parlando del nuovo assetto sanitario della provincia di Ascoli; ora non mi pare plausibile né costruttivo etichettare un territorio, come quello sambenedettese, come restio a cedere un "pezzettino del proprio orticello".

Non credo che si possa bollare con tale sufficienza un territorio definendolo lagnoso e tendente ad alzare polveroni senza un reale fondamento.

Ora mi chiedo: ma chi ha redatto l'articolo o chi l'ha ispirato si é mai messo nelle condizioni di quei "pochi" addetti che verranno trasferiti (da 60 a 100 unità) presso le strutture di Ascoli proprio in un momento economico così particolare? E ancora, visto che abbiamo abbondantemente superato il fatidico anno 2000, possibile che non ci siano strumenti telematici tali da consentire la permanenza a San benedetto delle citate unità? E per finire, vorrei chiedere all'ispirato articolista, se fosse accaduto il contrario? Siamo sicuri che i dipendenti di Ascoli non si sarebbero ribellati?

Se è cosi semplice rinunciare al proprio orticello gli chiedo ufficialmente di farsi portatore nei confronti della direzione di un invito a cambiare orientamento e di far presente che ci sono dipendenti di Ascoli che sono ben disposti a venire a lavorare a San Benedetto visto che, come viene asserito, questi movimenti rientrano in una riorganizzazione che di fatto non penalizza nessuno. Farebbe sicuramente un bel favore a tutti ivi compreso il direttore Stroppa, verso il quale, voglio ricordarlo, non abbiamo mosso alcuna critica in quanto esecutore di un provvedimento che a quanto pare non si riesce a conoscerne la paternità.

Francamente, come diceva qualcuno ben più noto di me, a pensar male si farà peccato ma...

La presa di posizione del territorio non la si deve intendere come una debolezza ma anzi come punto di forza ed i lavoratori della sanità di Ascoli farebbero bene ad unirsi alle giuste recriminazioni di quelli sambenedettesi superando quegli steccati e quel retaggio che purtroppo in questo caso mi sembra si stia ancora una volta perpetrando e che mi fanno tornare alla mente la separazione della provincia che fu frutto di un atteggiamento arrogante e sordo a tutte le legittime richieste degli abitanti del fermano.

Il frutto di quella arroganza l'abbiamo oggi sotto gli occhi e se pensiamo che continuare a generare conflitti sul territorio a tacciare come lagnosi e egoisti i lavoratori sambenedettesi possa portare beneficio ad Ascoli permettetemi di dire che è una visione miope, arcaica e di scarsissimo spessore intellettuale.
Il territorio sambenedettese non intende lagnarsi ma chiede rispetto alla pari di tutti gli altri comuni della provincia in primis di quello di Ascoli".