Non un cielo di nuvole vaganti, come pensieri che cercano l’infinito. Ma un cielo di plastica. Un cielo finito, statico, pratico e niente affatto trascendete. Un cielo di plastica rigido, non superabile ma dove ci si può specchiare come Narciso.
Forse questo potrebbe essere il senso e forse anche la sintesi del libro di Luigi Alici, docente di filosofia morale all’Università di Macerata, “Il cielo di Plastica“.
Il prof. Alici proverà a spiegarci il suo libro e darci un orientamento filosofico nell’incontro che si terrà sabato prossimo (20 marzo 2010) sull’intricato labirinto delle idolatrie moderne, sulla facile ricerca dell’immanente e degli idoli moderni, nonché sulla conseguente eclisse dell’infinito.

Sarà una via di mezzo tra un “incontro con l’autore” e una lezione sul neopaganesimo.
Come dice Alici:” Nella scrittura l’antitesi estrema della fede nel Dio unico è l’idolatria e non l’ateismo. Da un certo punto di vista l’ateo è colui che si pone la stessa domanda del credente, anche se poi non trova una risposta. Ma l’ateo autentico ritiene rilevante misurarsi con la domanda su Dio.Mentre il fenomeno idolatrico nasce voltando le spalle alla domanda su Dio, presumendo che gli idoli possano saziare la sete di infinito”.

E’ ovvio che è facilissimo imbattersi oggi nei nuovi idoli, basta guardasi intorno, anzi basta mettere la mano in tasca. C’è un telefonino.