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Lettera aperta del Presidente Rossi sul tema della viabilità

Ascoli Piceno | Riflessione a 360° sulla viabilità provinciale

di Massimo Rossi*

Ridurre il confronto sul futuro assetto della viabilità nel nostro territorio a “terza corsia si, terza corsia no” mi sembra francamente poco serio e poco produttivo.
 
Pur non essendo titolare di poteri e competenze in ordine agli interventi riguardanti le infrastrutture di interesse nazionale, come le autostrade, l’Amministrazione Provinciale ha inteso mettere intorno ad un tavolo gli amministratori degli enti locali, nella Conferenza del 16 marzo a Piane di Moresco, per favorire la più larga partecipazione e confronto sui temi decisivi della programmazione territoriale, tentando così di incidere sulle scelte di carattere regionale e nazionale.
 
Un’ulteriore opportunità di approfondimento aperto anche alle associazioni ed ai cittadini sarà il Consiglio Provinciale convocato indicativamente il 14 aprile.
Ritengo corretto ed opportuno, senza voler precostituire alcuna decisione, alla luce degli elementi raccolti e dei documenti esaminati mettere a disposizione di questo confronto, come ho fatto in occasione della Conferenza di Moresco, alcune considerazioni e posizioni fin qui da me maturate con il contributo di assessori e consiglieri di maggioranza.
Prima questione: è innegabile, che la posizione assunta da una parte degli amministratori sul punto di arrivo (Civitanova, Pedaso) dell’intervento di adeguamento e mitigazione dell’impatto ambientale dell’attuale tracciato autostradale (terza corsia) è condizionata dalle varie ipotesi di arretramento.
 
Ebbene, ritengo che ogni ipotesi di costruzione di una nuova autostrada in un tracciato interno da dovunque parta, abbia delle caratteristiche strutturali di intervento (esigenza diffusa di viadotti e gallerie per ottemperare agli standard progettuali europei), tali da costituire un gravissimo danno all’ambiente ed al paesaggio medio collinare Piceno e Fermano. Danno che comprometterebbe irrimediabilmente una delle principali risorse per lo sviluppo del territorio senza determinare particolari opportunità per le realtà urbane dell’entroterra. Determinerebbe inoltre un’enorme dispendio di denaro pubblico più opportunamente utilizzabile sullo stesso territorio per ben altre finalità.
 
Pertanto ritengo necessario che si debba intervenire allo scopo di perseguire l’obiettivo del decongestionamento della SS 16, attraverso la realizzazione di una serie di interventi ed azioni integrate sul sistema della viabilità e più in generale della mobilità, in gran parte già programmati, che preveda tra gli altri:
-        la realizzazione del casello autostradale di Porto S.Elpidio utile ad alleggerire il traffico nei tratti urbani di Porto S.Giorgio e Porto S.Elpidio;
-        la completa realizzazione della “transcollinare Mezzina” indispensabile per mantenere nell’entroterra quote rilevanti di traffico attualmente costrette a riversarsi sull’asse costiero, assolvendo alla finalità di vero collegamento e valorizzazione delle realtà dell’interno;
-        la realizzazione sull’attuale tratta ferroviaria Ascoli - Porto d’Ascoli - Porto S.Elpidio della “metropolitana di superficie” gia prevista in uno dei PRUSST;
-        il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico interurbano;
-        il potenziamento del trasporto marittimo delle merci.
-        il collegamento diretto del casello autostradale di Pedaso con la ex SS Val d’Aso ed il miglioramento dei vari tratti della stessa arteria per un decongestionamento della SS16 nel tratto urbano ed una più facile penetrazione verso la viabilità transcollinare;
-        il completamento della circonvallazione di S.Benedetto utile a decongestionare la SS16 nel relativo tratto urbano.
 
Seconda questione: tenuto conto di quanto premesso è innegabile l’inadeguatezza dell’attuale tracciato autostradale che attraversa il territorio provinciale, rispetto agli odierni volumi del traffico ed agli indispensabili standard di sicurezza, nonché l’impellente necessità di ridurre l’inquinamento acustico ed atmosferico nei territori attraversati.
Da qui l’opportunità di realizzare in tempi brevi sulla stessa infrastruttura stradale interventi idonei ad un suo decongestionamento, a migliorarne gli standard di sicurezza ed a ridurre l’inquinamento acustico ed atmosferico, compatibilmente con l’impatto sui centri urbani.
A questo proposito, per sgombrare il campo da giudizi e posizioni infondate va detto che il progetto di terza corsia, redatto dalla società Autostrade, fino a Porto Sant’Elpidio e salvo poche eccezioni fino a prima del centro di Porto San Giorgio si realizza sostanzialmente, nella sede già attualmente occupata dall’Autostrada, senza alcuna interferenza ambientale.
Al contrario è prevista la realizzazione, sui tratti interessati dall’intervento, di barriere antirumore naturali ed artificiali e di pavimentazioni stradali fonoassorbenti e drenanti, tali da incidere anche sull’emissione di polveri sottili.
 
Mi chiedo allora perché respingere aprioristicamente questo progetto, rischiando di perdere il casello di Porto Sant’Elpidio, invece di ipotizzare un suo ulteriore prolungamento futuro, magari arrestandolo in questa fase a monte dei punti critici come il tratto di Porto San Giorgio, relativo al viadotto di Santa Petronilla, per rinviare in tempi futuri, approfondimenti progettuali tali da ridurne l’impatto sul territorio?
 
Discutiamone e soprattutto assumiamo una posizione per non lamentarci in futuro che altri decidano per noi.
 
*presidente della Provincia di Ascoli Piceno
 

17/03/2005





        
  



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