E’ indubbio che le imminenti elezioni politiche abbiano in qualche modo “drogato” il clima che si respira all’interno della coalizione della C.D.L. (o almeno si spera che ci sia ancora). Così se i partiti politici non individuano la maniera per ritrovarsi intorno ad un tavolo ed esprimere un candidato sindaco unitario, trovano il modo di indicare un proprio esponente che, se non si raggiungerà un accordo, proporranno all’elettorato con la speranza di evitare la peggior figura.

La conclusione del giro delle proposte è arrivata da autorevoli esponenti di F.I. che hanno indicato nell’ex sindaco Martinelli il loro candidato ufficiale. Era ora! Almeno adesso si potrà iniziare a confrontarsi avendo sul tavolo i riferimenti politici dei partiti ed espressioni di liste civiche.

Se il dott. Martinelli ha, da un lato, dichiarato di voler comunque riproporsi alla guida della città, dall’altro avrà di che mordersi le mani per la precipitosa e sconclusionata decisione di dimettersi ad otto mesi dalla fine del mandato, rinunciando in questo modo al miglior periodo per esercitare sull’elettorato un fisiologico condizionamento, per via dei lavori pubblici che si vanno ultimando o che, comunque, vengono specularmente concentrati.

E’ ormai assodato che i sindaci uscenti sfruttino l’ultima parte di legislatura a proprio favore, tutti meno che uno. Non voglio mettermi a polemizzare o sollevare inutili rimpianti che non servono a niente e a nessuno; ci saranno stati anche dei validi, personali motivi, che in politica purtroppo non possono né devono condizionare decisioni importanti. Resta il fatto che si è materializzata una frattura evidente fra l’ex primo cittadino ed alcuni partiti della coalizione che non si può sanare alla vigilia del voto.

Il percorso, se c’era la volontà di continuare, forse doveva iniziare subito dopo la clamorosa rottura ed aveva dei passaggi politici da rispettare con i tempi che la politica detta. Questo non si è fatto forse nella errata convinzione che non esistessero soluzioni alternative o che la propria immagine avesse fatto scempio dell’ingenuità popolare e venisse così ipotecata una scontata riconferma.

La gente, purtroppo, dimentica in fretta e le cose che ricorda maggiormente sono solo le ultime in ordine temporale. Otto mesi in politica sono un’eternità. Però se esistono difficoltà nel condividere una candidatura da molti definita “improponibile” va, comunque, ricercato il modo di dialogare in senso costruttivo (anche perché non c’è più molto tempo) ed arrivare ad una soluzione che sia rispettosa della dignità di tutte le forze della coalizione, ma che, soprattutto, non determini in questa dolorosa vicenda né vinti né vincitori.

Tutti i candidati sindaci dello schieramento di centro-destra per proprio conto ed a nome del proprio partito hanno più volte sostenuto di non trovare difficoltà a farsi da parte di fronte ad una autorevole candidatura che porti ad una ritrovata unità, che sia capace di compattare i partiti ed i movimenti civici e che sia in grado di mettere da parte, definitivamente, tutti i contrasti e gli stati d’animo rancorosi che hanno avvelenato, per troppo tempo, il clima all’interno della C.D.L.

Lo sforzo che ognuno, a mio avviso, deve saper fare è di non guardare solo al confine del proprio orticello ma sollevare lo sguardo e vedere che l’orizzonte si trova un po’ più in là. In definitiva, se si vuole affrontare la competizione elettorale il prossimo 28 maggio con la convinzione di poter riconquistare l’amministrazione di Viale De Gasperi, occorre mettere da parte i risentimenti e lavorare tutti insieme, nessuno escluso, per ricomporre una squadra che sia vincente solo ed esclusivamente per l’interesse della collettività.

La compattezza della coalizione con un candidato unitario e condiviso e non necessariamente riconducibile ad una partito politico, purché capace, esperto e con provata serietà ed alta professionalità, sono l’unica ricetta per confrontarsi con l’avversario ad armi pari.

Diversamente potremmo già iniziare a fare le congratulazioni a Giovanni Gaspari.