Le singole autonomie di otto quartieri cittadini si sono unite in una azione sinergica, per preservare un bene artistico e storico di inestimabile valore: la Chiesa di Santa Lucia. A seguito della recente riqualificazione dell’area antistante l’edificio religioso sostenuta dall’amministrazione comunale e consistente nella ripulitura del terreno, il rifacimento del manto d’asfalto del piazzale prospiciente la chiesa, il posizionamento di paletti a chiusura del piazzale, si sono scatenate le reazioni dei confinanti dell’area.

I proprietari del terreno confinante sul lato ovest hanno deciso di citare in giudizio la Diocesi di San Benedetto, Ripatransone e Montalto Marche, oggi in possesso dell’area della Chiesa, perché donatale circa venti anni fa dal Circolo del Sambenedettesi a seguito della ristrutturazione del Patrimonio artistico e storico locale.

La querelle sollevata dai proprietari terrieri adiacenti la chiesa di Santa Lucia riguarda la impossibilità del passaggio con i propri mezzi nell’area di recente recintata. Dopo una udienza preliminare, domani si svolgerà l’udienza successiva nella quale le parti interessate verranno chiamate a giudizio.

I comitati di Quartiere Santa Lucia, Marina di Sotto, Europa, Mare, Porto d’Ascoli centro, Sentina, Agraria e Fosso dei Galli si sono uniti in un appello alla città tutta e attraverso una iniziativa di raccolta firme, hanno intenzione di intervenire far sentire quanto la realtà religiosa dell’edificio sia un bene inestimabile per il territorio sambenedettese.

“Vogliamo – dichiarano in un comunicato stampa fatto diramare dai Comitati - che la Chiesa di Santa Lucia continui a rappresentare, nel rispetto delle tradizioni religiose e culturali, quello che da almeno un paio di secoli ha significato per la vita popolare della città. La Chiesa di Santa Lucia è forse l’unico tratto di unione tra le anime marinara e contadina di San Benedetto. Era infatti il luogo dove i sambenedettesi si ritrovavano nel giorno di Pasqua e dove il 13 dicembre si svolgeva l’omonima fiera del bestiame e generi di consumo che richiamava l’intera popolazione della provincia”.