Caso Manuli: la parola al Sindacato
Ascoli Piceno | Andrea Quaglietti, RSU di fabbrica del Sindacato dei Lavoratori, ha incontrato recentemente la direzione aziendale locale della fabbrica...

Uno dei tanti scioperi degli operai della Manuli
"La direzione della Manuli continua a non fornire garanzie sul futuro produttivo e quindi occupazionale, del suo sito di Campolungo." Lo dice Andrea Quaglietti, RSU di fabbrica del Sindacato dei Lavoratori, uno dei delegati degli operai che ha incontrato recentemente la direzione aziendale locale della fabbrica. "Abbiamo chiesto almeno tre garanzie precise alla Manuli - ricorda Quaglietti - l'integrazione salariale, a maggior ragione ora che molti addetti sono tornati per un lungo periodo in cassa integrazione; il mantenimento dei ratei sulla busta paga riguardanti la maturazione delle ferie, delle tredicesime ed altro; e infine e soprattutto, che lo stabilimento ascolano della multinazionale della gomma sia l'unico, o almeno il principale sito del Gruppo industriale a produrre tubi per l'automotive destinati al mercato europeo e americano. A queste nostre richieste - aggiunge il delegato SDL - i rappresentanti dell'azienda, i manager che operano qui ad Ascoli hanno risposto che non era in loro potere prendere decisioni o accordi simili. Dunque la situazione non è affatto cambiata."
Con queste premesse, e notizie, la RSU ha incontrato poi in assemblea i lavoratori della Manuli di Campolungo, o almeno quelli che lavorano effettivamente, per discutere con loro quali siano le reali prospettive della fabbrica locale. "I lavoratori sono preoccupatissimi per quello che sta succedendo- continua Quaglietti - anche perché, come noi del sindacato, non hanno visto cambiamenti di rotta, o inversioni di tendenza, ma solo un accelerazione dei provvedimenti per la Cassa integrazione e il resto. Dato che la nuova CIG di 16 settimane è stata appena avviata, e che per il futuro non ci sono prospettive incoraggianti, il Sindacato dei Lavoratori ritiene che non ci siano nessuna intenzione reale di bloccare il processo di riduzione dell'organico, peraltro già partito da mesi. E si domanda: come fa un industria così grande, al quale non mancano gli ordini da mezzo mondo, e che lei evade non in Italia ma in Cina, con l'altra fabbrica del Gruppo, a ottenere i benefici della cassa integrazione guadagni? Perché ancora gli enti preposti non hanno svolto le ispezioni che noi, mesi fa, avevamo chiesto? Perché tutto questo sulla pelle dei lavoratori, di migliaia di persone, famiglie, imprese dell'indotto e del territorio?" .
info : 3494103507
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18/03/2009
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