Un' insidiosa malattia che fa perdere il senso della realtà, che fa odiare gli affetti più cari e che fa arrivare a concepire un gesto deplorevole come il suicidio. Questo è stato per me quello che gli specialisti hanno diagnosticato come "disturbo bipolare del comportamento". Ho sentito la necessità di parlarne in occasione di un evento preciso. L' evento in questione è la mostra di ricamo tenutasi in Palazzina Azzurra dal 10 al 21 marzo intitolata "Il laboratorio. Trame di filo in mostra".

All' interno della struttura per quasi due settimane sono stati esibiti i preziosi lavori delle ricamatrici del Laboratorio "Suor Maddalena" di San Benedetto del Tronto. Io devo molto a queste signore. Grazie all' interessamento del dottor Franco Guidotti, direttore del reparto di psichiatria dell' ospedale civile Madonna del Soccorso, e grazie anche all' intermediazione del lungo braccio della sezione Servizi Sociali del Comune, circa un anno fa sono stata la beneficiaria di una "borsa lavoro". Lo scopo di questa borsa lavoro era si imparare un mestiere ma soprattutto il re-inserimento nella società.Ed io scelsi di intraprendere questo percorso in salita presso il Laboratorio.

I giorni trascorrevano in un' atmosfera quasi incantata e ciascun giorno concorreva alla realizzazione di qualche raffinatissimo lavoro. Prima di allora non avevo idea di cosa fosse un punto a catenella o un punto nodi o, ancora, uno sfilato. Con pazienza e dedizione, sull' esempio delle mie "compagne di merenda", anche io nel mio piccolo producevo tovaglie, asciugamani e tendine. Ho virgolettato compagne di merenda ma, in fondo, le signore del Laboratorio per me erano anche questo. Si perché non si perdeva occasione per festeggiare qualche compleanno degustando ottimi dolci casalinghi o per rinfrancarsi un po' dal lavoro con qualche pizzetta presa dal vicino "Mimmo lu zozz".

Pettegolezzi, indiscrezioni, polemiche sull' operato del governo Berlusconi, matte risate mi aiutavano a trascorrere serenamente il tempo. Ammiravo la passione con cui le socie del Laboratorio ritagliavano qualche momento alla routine quotidiana fatta di figli, nipoti, faccende da sbrigare in casa e fuori per dedicarsi al loro amato hobby. Le ringrazio veramente di cuore per la loro simpatia, disponibilità, cordialità e per tutte le attenzioni che mi hanno riservato. Un ringraziamento particolare va alla direttrice del Laboratorio, l' ineguagliabile Lea Emili che mi ha permesso di continuare a ricamare anche quando mi hanno rifiutato il rinnovo della "borsa lavoro". Sono stata davvero molto contenta di sapere che la mostra in Palazzina ha visto una copiosa partecipazione di visitatori.

Io stessa sono stata a vederla e l' ho trovata, per usare un aggettivo molto semplice ma talvolta abusato, bella. Belli erano i lavori delle mie care amiche e bella e curata nei minimi dettagli era anche l' esposizione degli stessi. Sono stata ancor più felice perché ho ricevuto reiterati inviti a tornare al Laboratorio. Non so se riprenderò mai a ricamare e forse me ne pentirò amaramente ma è certo che andrò a trovarle ogni volta che potrò per fare il pieno della loro sferzante vitalità e della loro contagiosa operosità.