Chi si recherà oggi ai giardini pubblici rimarrà interdetto. Improvvisamente, con impegno e spesa degni di miglior causa, ecco che si interviene sulle chiome degli alberi, in maniera pesante, tanto che la legna a terra è ormai di più di quella rimasta sui tronchi. Si può capire, e quindi giustificare, un intervento su un albero malato e pericolante, si può capire lo sfoltimento per togliere i rami secchi, ma non lo stravolgimento di impalcature arboree secolari, l'incidere sulla struttura sana e miracolosamente perfetta di esemplari che, sfidando il tempo e le intemperie, hanno mantenuto l'aspetto maestoso tipico della loro specie.

 

Basta guardare ora lo stupendo tiglio secolare fatto piantare nell'800 dall'Orsini (quello vicino alla vasca), che era un esempio imponente, prezioso e raro, per comprendere il concetto. Quel tiglio era perfettamente sano, e con la sua chioma armoniosamente conformata costituiva un esemplare perfetto, da manuale. Ma a qualcuno non piaceva, a qualcuno dava fastidio, ed ecco che si è provveduto a cambiargli i connotati. Domani infatti, ammesso che le innumerevoli ferite possano rimarginarsi e che l'albero germogli ancora come ogni primavera, quello che vedremo sarà totalmente diverso da quello che la natura aveva disegnato.

 

In questo giardino, voluto e donato alla città da Candido Augusto Vecchi, esistono ancora essenze arboree di grande pregio che Antonio Orsini fece impiantare a metà dell'800, scegliendole con grande competenza e gusto. Alberi secolari, dunque, dei veri e propri mionumenti, parte ormai della memoria storica collettiva della città.

 

Chi ha ordinato questo intervento, senza saperlo, sta cancellando una parte importante di questa memoria. Per intenderci, sarebbe come se un Assessore avesse ordinato di tagliare il braccio del monumento di Cecco d'Ascoli. Ci auguriamo che gli alberi dei giardini pubblici non vengano snaturati completamente nel progredire di questo massiccio, generale e pertanto ingiustificato, costoso intervento. Ma perché non si curano di più le aiuole e le aree verdi degradate della città?