L’ex sindaco di San Benedetto Natale Cappella è morto questa mattina all’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, dove era ricoverato da alcuni giorni in rianimazione a seguito di un infarto. Era stato trasferito anche all’ospedale cardiologico “Lancisi” di Ancona, ma ogni cura era risultata vana. Aveva 87 anni. I funerali si svolgeranno domani alle 17 all’abbazia del Paese Alto. La camera ardente verrà allestita in Comune e i cittadini potranno rendere omaggio alla salma fino alle 16,20.

 

“Sono rimasto molto sorpreso dalla notizia – dice il sindaco Martinelli – Lo avevo incontrato ancora pochi giorni fa e nulla lasciava presagire il peggio. Ancora stamattina sono stato al reparto di rianimazione dell’ospedale, ma era sotto sedativi. È stato una figura importante per San Benedetto, credo che tutti lo ricordino con stima e affetto. Esprimo le condoglianze più sincere a tutta la famiglia.” L’ex sindaco Paolo Perazzoli era stato vice di Cappella dal 1987 al 1988: “è stato un bravo sindaco – dice Perazzoli – Un grande rappresentante della città e per un bravo maestro. Una persona di valore.”

 

“Se ne va un grande uomo di questa città – dice il leader dell’opposizione Giovanni Gaspari – Un grande sindaco, uno che amava definirsi “figlio del popolo”. Ed era vero, perché da autodidatta ha avuto grandi doti amministrative. Tra le altre, una rara tra gli uomini di potere: amava circondarsi di gente capace, consapevole delle sue qualità che pure erano tante.” L’ex assessore regionale Franco Paoletti è il marito di una nipote di Cappella: “è stato una grande figura di socialista – dice – In questa città ha ricoperto tutti gli incarichi, facendone la storia.”

 

Cappella era stato nominato Cavaliere dal Presidente della Repubblica Saragat nel 1968 e cavaliere Ufficiale dal presidente Pertini nel 1983.

 

Impiegato in una società ortofrutticola, nel 1938 dovette lasciare tutto per rispondere alla chiamata alla leva e fu costretto a rimanere in servizio per l’arrivo del conflitto mondiale. L’armistizio lo vide far rientro in Italia dalla Jugoslavia dopo un viaggio avventuroso a piedi, superando posti di blocco e rastrellamenti.

 

Con la fine delle ostilità, fu protagonista della ricostruzione civile della città: nel 1944 la prima amministrazione democratica di San Benedetto lo incaricò di dirigere l’Ufficio di Polizia urbana con la qualifica di ispettore. Subito dopo tornò a lavorare nel settore ortofrutticolo ma la passione civile non lo abbandonerà più.

 

Fu eletto consigliere comunale nelle prime consultazioni amministrative del 1946 per il Partito socialista e, successivamente, ricoprì gli incarichi di vicesindaco e assessore con le giunte guidate dai sindaci Scipioni, Panfili e Perotti. Dal 1977 al 1981 fu presidente del consiglio di amministrazione dell’ospedale e nel 1985 fu eletto sindaco della città, incarico che resse per tre anni (era già stato facente funzioni per un breve periodo nel 1976).

 

Infine la sua lunga militanza negli organi amministrativi di quella che un tempo era la Banca Popolare di San Benedetto (la “bancarella”, come ancora oggi la chiamano molti sambenedettesi), incarico che continuò a mantenere anche dopo la fusione con altri gruppi creditizi.

 

Nel 2003 gli era stato attribuito il “premio Truentum”, riconoscimento che annualmente la città attribuisce ai suoi figli più illustri (la commissione che attribuisce il premio è composta dagli ex sindaci e dai premiati delle edizioni precedenti).

Condoglianze della redazione de ilQuotidiano.it