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Le Marche del candidato Rosini

| ANCONA - Intervista al candidato presidente per “Alternativa Sociale”: “nel 2006 mi candiderò come sindaco di San Benedetto”

di Giovanni Desideri

“Credo di vivere in una regione che non è quella di Massi e Spacca. E se il candidato Tiraboschi ritiene di rappresentare una terza via tra costoro, noi di “Alternativa Sociale” siamo la seconda, perché centrodestra e centrosinistra sono due facce della stessa medaglia.”

La determinazione non difetta a Vincenzo Rosini, candidato alla presidenza della Regione Marche per “Alternativa Sociale”. Medico legale, 47 anni, Rosini è stato fino a pochi mesi fa segretario provinciale della Lega Nord.

Dott. Rosini, Massi e Spacca presentano gli indicatori di una regione in cui si vive bene.
“A me sembra invece che i cittadini delle Marche stiano incontrando in questo periodo difficoltà che non erano mai sorte dal dopoguerra ad oggi: famiglie cariche di debiti, imprese che chiudono, disoccupazione o lavoro precario, calo dei prezzi dei prodotti agricoli, la pessima situazione dei pescatori, che sono oggi alla canna del gas: Massi e Spacca non sono a contatto con la gente, con la strada, con la difficoltà di arrivare a fine mese. È un intero sistema che sta collassando.”

La Lega propone l’introduzione di dazi sulle importazioni. È la soluzione giusta per la crisi dell’economia?
“Anche noi proponiamo i dazi, ma gli aiuti decisivi alle piccole e medie imprese sono altri: per esempio il controllo della concorrenza sleale della manodopera straniera in Italia, la salvaguardia dei nostri marchi e delle nostre produzioni tipiche non delocalizzabili.”

La Repubblica del 30 marzo si è occupata delle elezioni regionali delle Marche, parlando degli altri tre candidati e dimenticandosi di lei. Un complotto contro “Alternativa Sociale”?
“Propendo per la disinformazione. Li assolvo! Certo, c’è una conventio ad excludendum negli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, che si palleggiano il potere e compiono un’occupazione oligarchica dello Stato e delle sue propaggini. Vedono di malocchio chi si ostina ad andare controcorrente e non si piega alle logiche di spartizione.”

Quando movimenti come il suo ottengono un risultato inatteso ci si interroga su ciò che non va nella società, come nel caso Le Pen in Francia, nel 2002.
“Questi sono fenomeni giornalistici. In realtà le modifiche della politica rispecchiano i cambiamenti nella società civile. Vorrei che si capisse il nostro scopo. Noi non ci collochiamo alla destra estrema, siamo la destra sociale. Vogliamo raccogliere gli scontenti di destra, traditi dai partiti della Casa delle Libertà che nulla hanno fatto per salvaguardare le nostre radici cristiane e occidentali e la nostra coscienza. E gli scontenti di sinistra, traditi dall’Unione. Con la legge Treu la sinistra ha inventato il lavoro precario, minando alle fondamenta l’istituto della famiglia, impedendo ai giovani di sposarsi, avere figli e fare un mutuo sulla prima casa. E riversando sulla famiglia di origine il peso economico e sociale della precarietà lavorativa e sociale.”

Cosa propone “Alternativa Sociale” per rimediare a tutto questo?
“Nel nostro programma è prevista la defiscalizzazione per quelle imprese che assumeranno a tempo indeterminato. E aiuti alle piccole e medie imprese in crisi o che investono in ricerca e innovazione tecnologica. Dobbiamo impedire che continuino a chiudere fior di ditte.”

In che modo?
“Fondamentale è la “sburocratizzazione”. Oggi la burocrazia rappresenta un costo improprio, dovuto a un’amministrazione inefficiente, costosa, elefantiaca. Sono problemi di cui si parla da sempre. Persino Shakespeare nel monologo di Amleto: For who would bear the whips and scorns of time, Th’ oppressor’s wrong, the proud man’s contumely, The pangs of despised love, the law’s delay, The insolence of office… Appunto i soprusi della burocrazia…”

Ci sarà del metodo in tutto questo, ma i problemi di settori come il turismo sembrano richiedere altro che meno burocrazia.
“La crisi del turismo rientra in una crisi economica più generale, che non riguarda solo l’Italia, ma l’intera Europa. La Germania Occidentale pensava di potersi accollare facilmente il peso della DDR e invece sono sorti molti problemi. In Italia abbiamo il mezzogiorno, senza il quale il nord avrebbe potuto trovarsi ai vertici delle classifiche economiche internazionali. E oggi l’Europa vuol farsi carico di dieci nuovi paesi, con sistemi economici e sociali molto arretrati.”

Nuovi mercati che si aprono…
“È vero, ma in una prospettiva di lungo periodo. Nel frattempo quei paesi prenderanno più di quanto daranno.”

Per tornare al problema del turismo, come superare la crisi?
“È fondamentale legare la nostra offerta turistica alla nostra cultura, alla nostra enogastronomia. Dobbiamo far conoscere ciò che abbiamo di inimitabile, sviluppare un adeguato marketing turistico. Tutto questo non può essere lasciato alla libera iniziativa. È invece compito della Regione creare operatori che perseguano questi obiettivi. Bisogna investire sul capitale umano.”

Per quali altri aspetti ritiene che si distingua il vostro programma?
“Per l’attenzione allo sport e al tempo libero. Intendiamo effettuare un censimento di tutti gli impianti sportivi pubblici e privati e predisporre finanziamenti regionali per infrastrutture sportive in tutte le aree che ne sono carenti. Poi i collegamenti viari, sia tra l’interno e la costa, sia delle Marche con Umbria, Lazio e Toscana, ovvero con quelle aree che in un tempo non lontano formeranno la macroregione del Centro Italia.”

Peso del mezzogiorno sul nord Italia, macroregioni: è rimasto di idee leghiste?
“Non ho mai rinnegato nulla del mio percorso intellettuale e politico Del resto la fine degli stati-nazione non è un’invenzione di Bossi o dei berretti verdi. La loro implosione è invece nella logica dell’Unione Europea. Decentramento e devolution ne sono le conseguenze.”

Anche lei critica la gestione della sanità da parte della Regione?
“Il grosso problema della sanità marchigiana è che una minima parte delle risorse viene destinata alla salute del cittadino. La maggior parte serve invece per mantenere un apparato di sprechi e assurdità organizzative. Né la Asur ha posto risposto a questi problemi. Ha creato invece una centrale operativa degli appalti ad Ancona. E nessuna ottimizzazione sanitaria. Al contrario l’accentramento genererà costi ulteriori.”

Proprio l’accentramento delle risorse su Ancona è l’altra grande critica rivolta alla Regione.
“L’accentramento può essere sperimentato nell’ineguale distribuzione della spesa sanitaria tra tutti i cittadini delle Marche. Non è possibile che vivano tranquilli solo coloro che vivono intorno a Torrette o all’ospedale di Pesaro, gli unici due ospedali che funzionino nelle Marche. Lo abbiamo anche scritto nel nostro programma.”

A quale risultato puntate?
“Tra il 3 e il 5% dei voti e due consiglieri. Io non sarò tra questi, essendo candidato solo nel “listone regionale”. Non volevo che gli altri candidati lavorassero per me, ma il contrario. Conduco la mia campagna con spirito pauperistico. In un mondo che sta diventando sempre più povero credo di essere in buona compagnia!”

Quali scenari politici si apriranno dopo le regionali?
“Per quanto mi riguarda posso solo anticipare che nel 2006 sarò candidato sindaco a San Benedetto. Ho già predisposto una lista civica che aggregherà tutte le forze politiche che si vorranno aggregare. E già adesso non sono poche. I nostri accordi programmatici non si scioglieranno al sole come quelli del centrodestra dopo le elezioni del 2001.”

30/03/2005





        
  



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