Il cacciatore di raggi cosmici che due volte sfioró il nobel
| PESARO - Il Museo del Balì di Saltara celebra il centenario della nascita di uno dei padri dellesplorazione dellUniverso con i satelliti e del programma di ricerca spaziale europea.
Il 31 marzo al Museo del Balì di Saltara apre “Giuseppe Occhialini, uno scienziato alla scoperta dell’Universo invisibile”, la mostra dedicata ad uno dei più grandi fisici del XX secolo. Nato cento anni fa a Fossombrone (in provincia di Pesaro-Urbino, a poca distanza dal Museo del Balì), Occhialini è stato autore di scoperte di fondamentale importanza nella fisica nucleare e sub-nucleare, oltre che straordinario maestro nella fisica delle particelle, dei raggi cosmici e nelle relative tecniche di rivelazione.
Beppo, come lo chiamavano affettuosamente i suoi colleghi, è stato tra i precursori dell’esplorazione dell’Universo nei raggi X e nei raggi gamma con esperimenti su satelliti, oltre ad aver avuto un ruolo importante nella nascita del programma di ricerca spaziale europea. In suo onore e come riconoscimento di questo ruolo, le agenzie spaziali italiana, olandese ed europea, hanno chiamato BeppoSAX il satellite lanciato in orbita nel 1996 per l’esplorazione dell’Universo nei raggi X. Il satellite per sei anni ha raccolto immagini dell’Universo, contribuendo a far luce su uno dei più affascinanti fenomeni astrofisici di questo secolo: i gamma ray bursts.
La mostra dedicata al grande fisico marchigiano è articolata in 30 pannelli distribuiti su 6 sale con strumenti originali funzionanti, come le camere a nebbia e a scintille e i microscopi con lastre d'emulsione nucleare. Tra gli oggetti esposti c’è anche un telescopio funzionante per raggi cosmici, il prototipo del rivelatore PAMELA, attualmente in orbita, e i modellini dei satelliti per l’esplorazione del cosmo “COS-B” e “BeppoSax”.
Tre i livelli di lettura della mostra:
Storico biografico - un viaggio per scoprire la vita di Occhialini un uomo e un ricercatore intimamente legato al suo tempo. Un itinerario per ripercorrere il Novecento, i suoi avvenimenti, le sue guerre, le sue conseguenze sociali e gli intrecci tra politica e scienza.
L’evoluzione della strumentazione - un’esplorazione delle tecniche di rivelazione delle particelle: si va dall’elettroscopio alle immagini del cielo in raggi gamma fornite da satelliti, attraverso i contatori Geiger, la camera a nebbia, le lastre di emulsioni nucleari e i telescopi di particelle su palloni sonda e satelliti.
Il progresso delle conoscenze scientifiche - un cammino per comprendere il percorso della scienza dai primi anni del Novecento ai giorni nostri, dalla scoperta delle prime particelle sub-nucleari, all’esplorazione dell’Universo, fino ai quesiti ancora aperti.
La mostra è stata realizzata dal Museo del Balì con il patrocinio della Società Italiana di Fisica e la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dell’Università degli Studi di Milano, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dell’Alenia Alcatel Space e di vari Dipartimenti Universitari di Fisica.
Beppo, come lo chiamavano affettuosamente i suoi colleghi, è stato tra i precursori dell’esplorazione dell’Universo nei raggi X e nei raggi gamma con esperimenti su satelliti, oltre ad aver avuto un ruolo importante nella nascita del programma di ricerca spaziale europea. In suo onore e come riconoscimento di questo ruolo, le agenzie spaziali italiana, olandese ed europea, hanno chiamato BeppoSAX il satellite lanciato in orbita nel 1996 per l’esplorazione dell’Universo nei raggi X. Il satellite per sei anni ha raccolto immagini dell’Universo, contribuendo a far luce su uno dei più affascinanti fenomeni astrofisici di questo secolo: i gamma ray bursts.
La mostra dedicata al grande fisico marchigiano è articolata in 30 pannelli distribuiti su 6 sale con strumenti originali funzionanti, come le camere a nebbia e a scintille e i microscopi con lastre d'emulsione nucleare. Tra gli oggetti esposti c’è anche un telescopio funzionante per raggi cosmici, il prototipo del rivelatore PAMELA, attualmente in orbita, e i modellini dei satelliti per l’esplorazione del cosmo “COS-B” e “BeppoSax”.
Tre i livelli di lettura della mostra:
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L’evoluzione della strumentazione - un’esplorazione delle tecniche di rivelazione delle particelle: si va dall’elettroscopio alle immagini del cielo in raggi gamma fornite da satelliti, attraverso i contatori Geiger, la camera a nebbia, le lastre di emulsioni nucleari e i telescopi di particelle su palloni sonda e satelliti.
Il progresso delle conoscenze scientifiche - un cammino per comprendere il percorso della scienza dai primi anni del Novecento ai giorni nostri, dalla scoperta delle prime particelle sub-nucleari, all’esplorazione dell’Universo, fino ai quesiti ancora aperti.
La mostra è stata realizzata dal Museo del Balì con il patrocinio della Società Italiana di Fisica e la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dell’Università degli Studi di Milano, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dell’Alenia Alcatel Space e di vari Dipartimenti Universitari di Fisica.
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30/03/2007
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