Lavoro irregolare. Sequestro da 300 mila euro
Offida | I carabinieri hanno requisito a titolo cautelativo apparecchiature e merce di un opificio dove lavoravano cinesi clandestini. Tre arresti, denunce e un decreto di espulsione.
di Francesca Gironelli

L'operazione dei carabinieri è scattata ieri mattina ad Offida, in un opificio tessile della zona. Nei giorni passati i militari avevano effettuato dei controlli, ma al loro ingresso nel capannone non trovavano mai nessuno. Si sono successivamente accorti che sull'insegna dello stabile era stata collocata una telecamera: sicuramente con quella la titolare dell'azienda, una donna cinese, monitorava l'ingresso e alla vista dei carabinieri dava l'allarme. I lavoratori irregolari fuggivano quindi dalla porta secondaria ogni volta, scampando dal controllo.
Ma ieri mattina, all'uscita di servizio, hanno trovato i carabinieri ad aspettarli: sei erano gli operai cinesi clandestini usciti dalla porta, avvisati del controllo dalla titolare.
Tre di loro, due uomini ed una donna, sono stati arrestati per non aver ottemperato ad un decreto di espulsione emesso nello scorso luglio dal prefetto di Teramo. Altri due, che già erano stati perseguiti in passato per lo stesso reato - e per legge vigente non possono essere arrestati due volte per la stessa cosa - sono stati denunciati in stato di libertà.
Il sesto operaio irregolare, senza permesso di soggiorno, è stato condotto in Questura per l'identificazione e per far emettere il primo decreto di espulsione a suo carico.
La titolare dell'opificio, anche lei di nazionalità cinese, è stata denunciata in stato di libertà per favoreggiamento di immigrazione clandestina e sfruttamento del lavoro. Inoltre, si avranno ripercussioni in materia di ispettorato del lavoro, fiscale e illecita concorrenza con l'immissione nel mercato di materiale a basso costo e contraffatto.
Nel capannone c'erano circa 25 postazioni da lavoro, macchinari, semilavorati: è stato tutto posto sotto sequestro cautelativo, merce e strumenti da lavoro per un valore di circa 300 mila euro.
Ma ieri mattina, all'uscita di servizio, hanno trovato i carabinieri ad aspettarli: sei erano gli operai cinesi clandestini usciti dalla porta, avvisati del controllo dalla titolare.
Tre di loro, due uomini ed una donna, sono stati arrestati per non aver ottemperato ad un decreto di espulsione emesso nello scorso luglio dal prefetto di Teramo. Altri due, che già erano stati perseguiti in passato per lo stesso reato - e per legge vigente non possono essere arrestati due volte per la stessa cosa - sono stati denunciati in stato di libertà.
Il sesto operaio irregolare, senza permesso di soggiorno, è stato condotto in Questura per l'identificazione e per far emettere il primo decreto di espulsione a suo carico.
La titolare dell'opificio, anche lei di nazionalità cinese, è stata denunciata in stato di libertà per favoreggiamento di immigrazione clandestina e sfruttamento del lavoro. Inoltre, si avranno ripercussioni in materia di ispettorato del lavoro, fiscale e illecita concorrenza con l'immissione nel mercato di materiale a basso costo e contraffatto.
Nel capannone c'erano circa 25 postazioni da lavoro, macchinari, semilavorati: è stato tutto posto sotto sequestro cautelativo, merce e strumenti da lavoro per un valore di circa 300 mila euro.
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04/03/2008
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