Boskov: dall'est un allenatore istrione che ha fatto la storia dell'Ascoli
| ASCCOLI PICENO - Rozzì lo chiamò in sostituzione di Carletto Mazzone, ma non riuscì nell'impresa di salvare i bianconeri: l'anno successivo stravinse però il campionato di B.
di Anna Rita Marini
Da Novi Sad per allenare l'Ascoli. Era l'ottobre del 1984 e l'Ascoli navigava in cattive acque nel campioanto di serieA, quando il presidente Costantino Rozzi pescò in Jugoslavia il tecnico Vujadin Boskov, che inizia va così la prima esperienza in Italia. Boskov prese il posto di Carletto Mazzone, allontanato a malincuore del presidente. Ma il tecnico slavo, appena giunto in Italia dopo aver letto su un giornale nazionale che ad Ascoli c'era clima di contestazione per l'esonero di Mazzone, la prima cosa che avrebbe voluto fare era qualla di tornare indietro. Così non fece, ma non cambiò il cammino della squadra che retrocesse in B, una breve apparizione nel campionato cadetto, prima della risalita nell'olimpo del calcio.
Boskov ora si diletta a girare il mondo, con un po' di fortuna siamo riusciti a rintracciarlo a Genova."L' Ascoli ha combinato un bel guaio domenica - questa la prima frase pronunciata dal tecnico- adesso non sarà facile - ora occorre concretezza".
Boskov è dispiaciuto ?
"Si, Ascoli è una città bellissima, una città completa, io vi ho lavorato molto bene"..
E poi ha avuto la fortuna di poter stare al fianco di Rozzi...
"Un grande presidente davvero, schietto, leale, senza peli sulla lingua. Tra di noi c'era grande collaborazione".
Ricorda quando la portò in Italia?
"Si, volevo allenare nel vostro paese. Rozzi mi chiamò e io l'ho accontentato. Ho bei ricordi, soprattutto della squadra, per me era come una famiglia. Il presidente come un padre per i calciatori, un grande padre. Che ci elogiava e sgridava quando necessario. Dovevate vederlo dopo una sconfitta, entrava nello spogliatoio e bacchettava tutti alla sua maniera. Comunque era un ambiente positivo. Diverso da quello di ora dove si punta solo ai soldi...".
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04/03/2003
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