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8 marzo, festa della donna

| Per non dimenticare il significato di questa giornata.

di Antonella Roncarolo

La festa dell'8 Marzo trova le sue radici nel 1908, quasi un secolo fa, quando le operaie dell'industria tessile Cotton di New York, scioperarono per protestare contro le terribili condizioni cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, ma l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.
Per cause mai indagate, scoppiò un incendio e le 129 operaie prigioniere all'interno, morirono arse dalle fiamme. Tra loro c' erano molte immigrate, tra cui alcune italiane, donne che cercavano di affrancarsi dalla miseria con il lavoro.


Per non dimenticare questa tragedia, Rosa Luxemburg propose questa data come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne.
Non una festa, dunque, ma un giorno per riflettere sulla condizione femminile e per organizzare lotte per migliorare le condizioni di vita della donna: in questo modo la data dell'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il proprio riscatto.

Nel corso degli anni si è però perduto il vero significato di questa ricorrenza, e, mentre la maggioranza delle donne occidentali, approfitta di questa giornata per uscire da sola con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all'insegna della "trasgressione", i commercianti hanno messo a punto tecniche, neanche tanto raffinate, per sfruttarne le potenzialità commerciali. Così molte donne che rifiutano l'immagine della donna proposta dalla società odierna, per anni hanno smesso di riconoscersi in questa giornata.

Ma le condizioni che ne fecero una giornata di lotta, non sono state rimosse e ancora la donna è troppo spesso ultima tra gli ultimi.
Credo che sia necessario riappriopiarsi di questa giornata, di farla ridiventare un momento di riflessione e di confronto, non per superate lotte tra sessi, ma per rinnovare le alleanze tra tutti coloro che rifiutano la sopraffazione e la violenza e credono nella pace e nella solidarietà umana.

08/03/2003





        
  



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