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Ciccioli: “La regione ha perso 40 milioni con la Lehman Brothers”

Ancona | La Regione potrà recuperare al massimo il 30% della cifra totale persa, e richiesta alla Lehman Brothers, che ammonta a 72 milioni di dollari ovvero 53 milioni di euro.

di Redazione

Carlo Ciccioli

72 milioni di dollari o 53 milioni di euro. È la cifra che la Regione Marche ha ufficialmente chiesto come restituzione di crediti alla Lehman Brothers. Solo che la la Lehman Brothers è fallita e la Regione Marche si deve mettere in coda insieme a migliaia di altri creditori. "Non sono teorie, c'è un atto ufficiale" ha detto Carlo Ciccioli mostrando ai giornalisti la copertina del "proof of claim", cioè dell'iscrizione al debito fatta dalla Regione Marche.

Secondo le più rosee previsioni la regione potrà recuperare dal 10 al 30% della cifra totale; lo hanno dichiarato gli analisti di "Martingale Risk", società anglo-italiana che questa mattina ad Ancona ha presentato il dossier commissionato dal PDL regionale, "sempre che qualcuno sia disposto a comprarsi i crediti verso la Lehman Brothers". "Quindi se va bene, i marchigiani grazie a Spacca potranno dire addio a circa 40 milioni di euro". Questa la conclusione del coordinatore regionale Ciccioli.

Della vicenda si parla da giorni e il Presidente della Regione Spacca ha anche dichiarato a proposito che le Marche "hanno stipulato assicurazioni e contro-assicurazioni". Tuttavia secondo ‘Martingale Risk' - fanno sapere dal comitato di Marinelli - non c'è nessuna assicurazione perché, se ci fosse stata, la Regione non si sarebbe iscritta fra i creditori ma si sarebbe rivolta alla propria assicurazione e poi perché qualunque broker avrebbe chiesto per garantire quel contratto almeno dai 5 ai 10 milioni euro, cifra che sarebbe comunque stata una perdita per la Regione.

"Spacca deve rispondere a tre domande: quanto abbiamo perso, chi paga e perché non sono stati fatti bandi di gara per questa operazione". "Se Spacca insiste mandi una fotocopia del contratto ai giornali" - sottolinea il vicecoordinatore Ciccioli, a cui si aggiunge il coordinatore Remigio Ceroni.

Tutto inizia, secondo gli esponenti del centrodestra, nel giugno 2003 quando la Regione Marche emette i Bramante Bond, titoli obbligazionari per poter avere 400 milioni di euro liquidi da ripagare dopo vent'anni. Chi compra questi titoli sul mercato ottiene nel 2023 circa il 5% d'interesse. Tuttavia per la legge 448/2001 (finanziaria 2002) i debiti non possono essere iscritti a bilancio solo al momento della restituzione e quindi la Regione ottiene tutto il capitale subito ma inizia anche ad accantonare ciò che dovrà restituire dopo vent'anni. Lo fa versando venti milioni di euro alle banche che hanno realizzato l'operazione e cioè: Nomura e Lehman Brothers. Ma mentre la prima inserisce nel contratto una clausola con cui si "costringe" a versare la somma su un conto vincolato in Inghilterra, la seconda banca, che di lì a pochi anni fallirà, non lo fa e nell'accordo in lingua inglese che sottopone alla firma della Regione ammette due soli casi di tutela: nel caso di downrating (abbassamento vistoso dell'affidabilità certificata dalle agenzie Moody's e Standard's & Poor's), oppure nel caso in cui il differenziale dello stesso rating fra la Banca e la Regione si fosse ampliato di oltre due classi.

E qui sta l'errore della Regione: sottovalutare il fatto che gli accantonamenti diventavano soldi delle banche. Queste due eventualità non si sono mai verificate e la Lehman Bros fallisce, di colpo, il 15 settembre 2008 portando con se i 50 mln di euro dei marchigiani versati nel frattempo dalla Regione. A questa l'agenzia Martingale Risk ha aggiunto anche una valutazione circa quello che sono stati i costi di sottoscrizione di questi contratti da parte della Regione Marche: cioè quanto i 400 mln di euro liquidi siano stati pagati. Si scopre così che l'operazione oltre alle perdite ha evidenziato due fattori critici: incapacità di negoziazione e conflitto d'interesse. Infatti i contratti erano stati stipulati con le due banche senza un bando di gara. Questo ha fatto sì che la Regione pagasse seicentomila euro di commissioni sul collocamento dei bond (incassati dalle due banche e da alcune altre che hanno partecipato all'operazione nei confronti del mercato) e poi altri 2 milioni di costi impliciti al momento della stipula del contratto derivato fatto con Nomura e Lehman Brothers, cioè le stesse banche che avevano emesso i titoli obbligazionari.I costi impliciti solo quelle somme che non si pagano direttamente ma che vanno a sottrarsi al valore di un obbligazione.

Di questo fatto si era già interessata anche la trasmissione di Rai 3 "Report" nella puntata del 14 ottobre 2007 "Il banco vince sempre" nella quale l'assessore al Bilancio, Pietro Marcolini, aveva dichiarato che non c'era "un costo della sottoscrizione separato dalle rate". Se l'operazione quindi fosse andata a buon fine, oltre al tasso d'interesse, le Marche avrebbero pagato quel contante altri 2 milioni e seicentomila euro. Ma l'operazione non è andata a buon fine e le Marche ora si trovano con 50 milioni di euro di crediti che non valgono quasi nulla.

09/03/2010





        
  



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