Lambasciatore americano Ronald Spogli allUniversità Politecnica delle Marche
| Il diplomatico ha intenzione di favorire i contatti tra gli Usa e i giovani imprenditori italiani più promettenti.
L’ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli ha voluto lanciare oggi, presso l’Università Politecnica delle Marche, il progetto “Partnership for Grouth”, nel corso di un incontro, a fianco del rettore Marco Pacetti, con i responsabili della ricerca e degli spin-off universitari nella sala del Faculty Club a Ingegneria.
L’ambasciatore ha inteso così contestualmente approfondire la sua conoscenza di un ateneo che gli era stato segnalato dalle indicazioni di eccellenza fornite da autorevoli istituti di ricerca demoscopia e di rilevazione sociale. Si è mostrato particolarmente interessato al ruolo che questa università ha assunto nella creazione di giovani imprenditori, creatori di impresa, innovatori: un ruolo nel quale si è dimostrata all’altezza, tra le prime in Italia nonostante le dimensioni.
Il diplomatico, che proviene da una esperienza di lavoro che lo ha visto a capo di una finanziaria di imprese Hi-tech, ha intenzione di favorire i contatti tra gli Usa e i giovani imprenditori italiani più promettenti: per questo ha ideato il progetto “Partnership for Grouth”. Ad Ancona ha fatto visita in particolare a due spin-off dell’Università Politecnica delle Marche – Ocean (che si occupa di allevamento di pesci tropicali) e Strategie (creato dal Dipartimento di Energetica). “Sono molto impressionato – ha detto Ronald Spogli – della felice anomalia che rappresenta l’Università Politecnica delle Marche rispetto alla tradizione accademica italiana. Da una parte, le strutture fanno assomigliare questo ateneo a uno dei migliori campus americani. Dall’altra, è notevole il livello di ricerca applicata cui ho visto lavorare i vostri ricercatori, suscettibile di sfruttamento economico di rilievo”.
Da parte sua il rettore Marco Pacetti, raccogliendo l’assist dell’ambasciatore Spogli, relativo alla capacità di sviluppare ricerca a UnivPM, ha avuto modo di illustrargli le strategie d’ateneo, condensabili in tre triadi di elementi fondanti. “Se aggiungiamo alle missioni tradizionali dell’università – ricerca e didattica - la terza missione, quella dello sfruttamento della ricerca stessa, otteniamo la vocazione della nostra università.
La quale a sua volta si intreccia in un trefolo composto, accanto all’accademia, da imprese e governo regionale, sul cammino dello sviluppo del nostro territorio. Ed è appunto il territorio il terzo elemento della terza triade, composta dalle 3T: Talenti che con lo sviluppo della Tecnologia siano in grado di mettere la loro creatività e cultura d’impresa al servizio del Territorio, non senza traguardare, è ovvio, un orizzonte più vasto che coincide con la sfida competitiva globale”.
L’ambasciatore ha inteso così contestualmente approfondire la sua conoscenza di un ateneo che gli era stato segnalato dalle indicazioni di eccellenza fornite da autorevoli istituti di ricerca demoscopia e di rilevazione sociale. Si è mostrato particolarmente interessato al ruolo che questa università ha assunto nella creazione di giovani imprenditori, creatori di impresa, innovatori: un ruolo nel quale si è dimostrata all’altezza, tra le prime in Italia nonostante le dimensioni.
Il diplomatico, che proviene da una esperienza di lavoro che lo ha visto a capo di una finanziaria di imprese Hi-tech, ha intenzione di favorire i contatti tra gli Usa e i giovani imprenditori italiani più promettenti: per questo ha ideato il progetto “Partnership for Grouth”. Ad Ancona ha fatto visita in particolare a due spin-off dell’Università Politecnica delle Marche – Ocean (che si occupa di allevamento di pesci tropicali) e Strategie (creato dal Dipartimento di Energetica). “Sono molto impressionato – ha detto Ronald Spogli – della felice anomalia che rappresenta l’Università Politecnica delle Marche rispetto alla tradizione accademica italiana. Da una parte, le strutture fanno assomigliare questo ateneo a uno dei migliori campus americani. Dall’altra, è notevole il livello di ricerca applicata cui ho visto lavorare i vostri ricercatori, suscettibile di sfruttamento economico di rilievo”.
Da parte sua il rettore Marco Pacetti, raccogliendo l’assist dell’ambasciatore Spogli, relativo alla capacità di sviluppare ricerca a UnivPM, ha avuto modo di illustrargli le strategie d’ateneo, condensabili in tre triadi di elementi fondanti. “Se aggiungiamo alle missioni tradizionali dell’università – ricerca e didattica - la terza missione, quella dello sfruttamento della ricerca stessa, otteniamo la vocazione della nostra università.
La quale a sua volta si intreccia in un trefolo composto, accanto all’accademia, da imprese e governo regionale, sul cammino dello sviluppo del nostro territorio. Ed è appunto il territorio il terzo elemento della terza triade, composta dalle 3T: Talenti che con lo sviluppo della Tecnologia siano in grado di mettere la loro creatività e cultura d’impresa al servizio del Territorio, non senza traguardare, è ovvio, un orizzonte più vasto che coincide con la sfida competitiva globale”.
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09/03/2007
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