"I lanciatori di triglie" di Primo Parodi
San Benedetto del Tronto | Recensione del nuovo libro a cura di Chiara Tremaroli
di Chiara Tremaroli
Copertina
All'alba il mare piatto, giallo come il Sole; i pesci ribollono nelle reti mentre la carrucola geme e li tira in barca. La triglia è furba ed esce dai buchi; Lucio è svelto e la cattura, sporgendosi dalle assi sgangherate della bagnarola; Marco la lancia al peschereccio.
Lucio e Marco, gli amici di sempre, che per sei lire recuperano i pesci sfuggiti ai pescatori, vivono e remano in queste pagine. Giovani, poi uomini, soldati e, alla fine, vecchi rugosi come la scogliera, sempre con lo stesso, immutato amore per il Tirreno.
Ora quella vecchia zattera sta lentamente affondando nella mente di Lucio; le triglie sfuggono alle sue mani con un guizzo luminoso, i pescatori sono sempre più lontani, confusi, dimenticati. Ma Marco, impetuoso come le onde, lo travolge, lo costringe a ricordare, perché l'Alzheimer non gli porti via tutto.
"I lanciatori di triglie" è il romanzo di una vita, al quale Parodi trasmette tutta la bellezza della costa ligure; panorami aspri e di forte impatto, che lo scrittore ha saputo rappresentare con una poeticità cruda e priva di orpelli, contornano l'intera vicenda. Su uno sfondo così accidentato, si proietta un'amicizia altrettanto difficile e travagliata, fatta di litigi, gelosie, zuffe, ma anche di lealtà e sincero sostegno reciproco, in un rapporto, più che amicale, fraterno.
L'autore ha ben saputo rappresentare lo scontro di due personalità diversissime ed ugualmente forti, che poste vicine finiscono inevitabilmente per cozzare rumorosamente, specie di fronte alla gonna azzurra ed alla chioma vaporosa di Marina. Una ragazza descritta in pochi tratti, leggera, spumosa, l'essenza stessa del mare, con il quale, a tratti, sembra essere tutt'uno.
A parte Marina, che parrebbe essere più un'idealizzazione che una donna vera, gli altri personaggi del libro mostrano tutti i propri lati migliori e peggiori, in un calderone di umanità pura e disperata che è la povertà negli anni cinquanta.
"I lanciatori di triglie" è un tuffo nel passato che, tra diverbi e riconciliazioni, arriva fino ai giorni nostri; un libro per non dimenticare, guardare e amare l'orizzonte del Mediterraneo.
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01/04/2014
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