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E' partita la causa degli "anticipatari" contro la Regione Marche e le Banche

| CAMERINO - Il Comitato è riuscito a mettere insieme ben 95 deleghe, ottenendo per questa azione legale, circa il 70% dei consensi tra i terremotati che si trovano in questa situazione.

La carica degli “anticipatari” è partita. E’ stato infatti compiuto, con la notifica dell’atto di citazione, il primo passo della causa contro la Regione Marche e gli istituti di credito interessati. L’avv. Antonella Gamberoni domani (domenica 2 aprile 2006) alle ore 9,30 nel salone dell’Hotel I Duchi di Camerino illustrerà i punti principali del documento redatto per conto dei terremotati.

Il Comitato degli anticipatari - formato da Luigi Travaglini di Castelraimondo (presidente), Giampiero Pigini di Ancona, Alessandro Strada di Fabriano, Paolo Paolucci di Jesi, Renato Bianchini di Bologna, Donatella Pazzelli di Camerino e Gilberto Andreoli di Roma - è riuscito a mettere insieme ben 95 deleghe, ottenendo per questa azione legale, circa il 70% dei consensi tra i terremotati che si trovano in questa situazione.

La vicenda
La Regione Marche, al fine di completare la ricostruzione post terremoto del 1997 in tempi brevi, ha previsto con propria delibera di giunta n. 180 del 2000 la figura dell’anticipazione. Si tratta di una cessione del credito, derivante dal riconoscimento del contributo che la Regione Marche ha concesso al proprietario dell’immobile, all’istituto bancario che anticipa una somma massima di 150.000 euro per una durata di 60 mesi allo stesso proprietario per effettuare i lavori di ricostruzione.

Gli interessi di tale operazione sono a carico in parte dal proprietario dell’immobile e in parte dalla Regione Marche.
Gli istituti di credito che hanno inizialmente aderito all’iniziativa sono: Banca delle Marche, Banca di Credito Cooperativo di Casavecchia, Banca Popolare di Ancona, Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Monte dei Paschi di Siena e Cassa di Risparmio di Foligno.

Contestualmente alla cessione del credito con le banche convenzionate, la Regione ha istituito un fondo rischi di euro 1.484.666,13 e un fondo di garanzia di euro 5.990.607,23 per un importo complessivo di euro 7.475.273,36, pari a circa il 67% delle somme anticipate ai proprietari.
Il 12 luglio 2004 arriva a tutti gli “anticipatari” e agli istituti di credito una lettera a firma del direttore del dipartimento affari istituzionali e generali, dott. Mario Conti, con la quale testualmente si diceva che “allo scadere del termine negozialmente stabilito Lei (ovvero ciascun proprietario dell’immobile) sarà chiamato all’adempimento delle obbligazioni assunte con la stipula del relativo contratto di anticipazione bancaria”.

Dunque, secondo questa interpretazione della Regione, l’anticipazione disposta con DGR 180/2000 sarebbe divenuta inefficace quanto al finanziamento della quota capitale, ovvero del contributo per la ricostruzione, e si limiterebbe al solo rimborso degli interessi nella percentuale concordata.

Nel giugno del 2005 la Regione presenta una nuova DGR, la numero 724/2005.
In pratica la Regione, non potendo far fronte per carenza di fondi agli impegni assunti con la deliberazione 180 del 2000, ha stilato una nuova convenzione con gli istituti di credito in cui è previsto che, alla scadenza della durata dei finanziamenti concessi, la Banca richiederà ai beneficiari la restituzione degli importi anticipati. La restituzione – si legge nella convenzione – può essere effettuata anche in forma rateale per la durata massima di 84 mesi e in questo caso la Regione Marche assicura un concorso sugli interessi nella misura di 2 punti percentuale.

Allo stato per alcuni anticipatari è scaduto il termine dei 60 mesi previsto dalla convenzione del 2000 e qualche Banca ha iniziato a pretendere dal terremotato il doppio degli interessi pattuiti. Chi ha un’attività rischia di essere seriamente danneggiato poiché iscritto nel registro dei debitori a rischio.

Dunque l’operazione che la Regione Marche ha inizialmente pubblicizzato e caldeggiato si è rivelata una grossa trappole per gli anticipatari, “colpevoli” di aver aderito alla proposta di un ente pubblico e di aver accelerato i tempi della ricostruzione.

01/04/2006





        
  



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