Come tutti sono rimasta spiazzata nel sentire a sipario chiuso un canto di donna registrato, una cantante lirica, ma poi ecco lui salire sul palco e invece di cominciare a cantare, ancora accompagnato dalla voce della donna, sua madre, racconta. Tra monologhi e canzoni due ore e mezza di spettacolo sono trascorsi con leggerezza nonostante la trattazione di temi a volte altro che leggeri, guasti tecnici e la laringite del cantante.

Con il suo spettacolo "Suono - appunti teatrali e contrappunti", presentato per la prima volta il 21 febbraio 2008 a Milano, Finardi porta in giro per l'Italia temi come l'importanza della conoscenza delle lingue per un orecchio che si avvicina alla musica: nato da madre americana e padre italiano e mandato in svizzera da piccolo ad imparare il francese, per lui le parole sono suoni relativi che diversamente fanno parte del bagaglio di ognuno di noi.

Il mito del progresso e l'importanza di riscoprire la semplicità di una vita primordiale sono state altre importanti tematiche esemplificate con racconti suggestivi delle sue esperienze in Africa con Medici Senza Frontiere.

L'inizio degli anni sessanta, il Vietnam, il blues (da lui definito "sentimenti blu" o "paturnie") come strumento di protesta nella lotta per i diritti dei neri, affiancata dallo svilupparsi delle lotte per i diritti delle donne, dei giovani e dei lavoratori, sono temi che hanno acceso gli animi degli spettatori tra una canzone e l'altra, come avevano fatto con quello di un Finardi undicenne nei suoi primi approcci alla musica. E ancora la speranza di un futuro migliore cominciato con bianchi che normalmente suonano il blues e un nero alla presidenza degli Stati Uniti, e un nuovo umanesimo in arrivo costruito dalle nuove generazioni, ci hanno accompagnato per tutta la splendida serata tra suoni, luci, colori e Poesia.