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L’Approfondimatto. Incontro al vertice per discutere le sorti del Paese

Roma | Per chi c’era è sembrata più che altro una chiacchierata tra comari.

di Gaetano Buompane

(da sinistra) Franceschini, Marino e Bersani

Il momento tanto temuto è finalmente arrivato. Ognuno giudichi un po' come vuole, ma che venga subito da pensare che sia l'inizio della fine è più che legittimo. Da sinistra si continua a negare l'evidenza, si ripete che con il Pdl non si fanno governi, che gli elettori del Pd possono dormire sonni tranquilli, fatto sta che questa chiacchierata tra Bersani e Berlusconi ha fatto venire a tanti i sudori freddi. "Quando si finisce a scendere a patti col diavolo" ci dice un'elettrice delusa "vuol dire che sull'anima c'è già il prezzo".


Eppure, nei giorni scorsi, Bersani aveva dato prova di voler vendere cara la pelle. Si è preparato all'incontro come un pugile esperto, pronto a schivare gli attacchi e a incassare qualsiasi colpo insidioso. Si è anche allenato psicologicamente per contrastare ogni possibile tentazione di inciucio che gli avesse lanciato il suo avversario. Pare che nel suo ufficio abbia fatto posizionare un cartonato del cavaliere e gli abbia ripetuto in continuazione per un giorno intero "ti conosco mascherina, ti conosco mascherina".


Alla fine, invece, pare che tutto si sia risolto in un incontro tra comari. Prendendo tutti di sorpresa, si sono dati appuntamento all'ora del tè e hanno discusso solamente sulle modalità dell'elezione del capo dello Stato che, in questo momento di profonda crisi in cui c'è gente che si butta dai ponti perché non trova più nessuna ragione per vivere, equivale all'aver parlato del più e del meno e di come, ormai, non esista più la mezza stagione. Con loro c'erano anche i fedelissimi Enrico Letta e Angelino Alfano: uno ha versato l'infuso nelle tazze e l'altro ha distribuito i pasticcini.

Per protestare contro questo momento di stallo istituzionale, i grillini hanno occupato camera e senato prendendosi una bordata di accuse da destra e sinistra per aver reso il Parlamento un bivacco. La realtà è molto più semplice. Non avendo ancora capito bene quanto poter spendere del rimborso spesa, molti del M5s non hanno ancora preso in affitto una casa e quindi, per non dormire sotto i ponti, si devono arrangiare ogni sera. In un commento su facebook, però, uno di loro col pallino dell'architettura ha suggerito che con qualche accorgimento la camera potrebbe diventare un open space con angolo cottura e 300 posti letto. In questo modo per i parlamentari sarebbe tutto casa e lavoro, si eviterebbero gli sprechi e finalmente la finiremmo di perdere tempo.

L'unico che per adesso mastica davvero amaro è Matteo Renzi. Dopo la sua performance in jeans e giacchetta di pelle ad Amici, in cui esortava i giovani a perseverare nonostante le sconfitte, è stato escluso dalla cerchia dei grandi elettori per il Colle mandandolo su tutte le furie. Maria De Filippi, a nome di tutto il programma, ci ha tenuto a specificare che in un reality show, che piaccia o no, quello che conta è il televoto e poi ha aggiunto: "Quando parla in pubblico Matteo è bravo, ma oggettivamente quando canta e balla fa davvero schifo".

11/04/2013





        
  



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