Agnelli extarcomunitari sulle tavole degli italiani
Ascoli Piceno | Gli allevatori ovini della provincia di Ascoli lamentano di non poter vendere i propri agnelli, soprattutto sotto il periodo pasquale, a causa di una eccessiva importazione di ovini di scarsa qualità da altri paesi Europei
Gli allevatori ovini della provincia di Ascoli lamentano di non poter vendere i propri agnelli, soprattutto sotto il periodo pasquale, a causa di una eccessiva importazione di ovini di scarsa qualità da altri paesi Europei, come Romania, Polonia, Spagna ed altri ancora.
“Questi agnelli – ha denunciato il presidente dell’Associazioni allevatori di Ascoli, Antonio Ricciotti – vengono venduti in Italia a costi molto bassi per gli importatori, ma arrivano sulle tavole del consumatore finale a prezzi molto gonfiati”.
“Questi agnelli importati – ha proseguito Ricciotti – inoltre sono costretti a subire veri e propri calvari, percorrendo migliaia e migliaia di chilometri su grandi tir in condizioni assolutamente pessime, in evidente mancanza d’aria, di cibo ed anche d’acqua. Questi lunghi viaggi provocano stress agli animali e ciò compromette irrimediabilmente la qualità delle loro carni”.
Il presidente dell'associazione allevatori, Antonio Ricciotti ha sottolineato come “nella provincia di Ascoli sono presenti oltre 40000 capi adulti di ovini, che potrebbero soddisfare la quasi totale domanda. La maggior parte di queste aziende aderiscono ad un piano di tracciabilità e rintracciabilità delle origine del prodotto, avvalendosi anche di un marchio di qualità quale “Carne della Marca”.
“Gli ovini marchigiani – ha concluso Ricciotti - sono allevati quasi totalmente allo stato brado. Se gli animali continueranno ad essere importati dai paesi esteri, ciò comporterà la chiusura di molteplici aziende, che non hanno più la possibilità di piazzare i propri prodotti sul mercato. Ciò porterà di conseguenza all’irrimediabile abbandono delle zone montane.
“Questi agnelli – ha denunciato il presidente dell’Associazioni allevatori di Ascoli, Antonio Ricciotti – vengono venduti in Italia a costi molto bassi per gli importatori, ma arrivano sulle tavole del consumatore finale a prezzi molto gonfiati”.
“Questi agnelli importati – ha proseguito Ricciotti – inoltre sono costretti a subire veri e propri calvari, percorrendo migliaia e migliaia di chilometri su grandi tir in condizioni assolutamente pessime, in evidente mancanza d’aria, di cibo ed anche d’acqua. Questi lunghi viaggi provocano stress agli animali e ciò compromette irrimediabilmente la qualità delle loro carni”.
Il presidente dell'associazione allevatori, Antonio Ricciotti ha sottolineato come “nella provincia di Ascoli sono presenti oltre 40000 capi adulti di ovini, che potrebbero soddisfare la quasi totale domanda. La maggior parte di queste aziende aderiscono ad un piano di tracciabilità e rintracciabilità delle origine del prodotto, avvalendosi anche di un marchio di qualità quale “Carne della Marca”.
“Gli ovini marchigiani – ha concluso Ricciotti - sono allevati quasi totalmente allo stato brado. Se gli animali continueranno ad essere importati dai paesi esteri, ciò comporterà la chiusura di molteplici aziende, che non hanno più la possibilità di piazzare i propri prodotti sul mercato. Ciò porterà di conseguenza all’irrimediabile abbandono delle zone montane.
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11/04/2006
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