Rischio tagli nella scuola, Mandozzi: "Inammissibile l'applicazione tout court del Decreto Gelmini"
Ascoli Piceno | Emidio Mandozzi sostiene che il provvedimento applicato così com'è aggraverebbe i già tanti problemi del Piceno. "La qualità dell'offerta formativa - afferma il candidato presidente del centro sinistra -non si ottiene con meri calcoli numerici al ribasso"
Mariastella Gelmini
"Lo avevamo predetto in molti, ed ora il rischio è diventato reale: il mondo della scuola, nel Piceno, rischia di pagare un prezzo altissimo a fronte del Decreto Gelmini, che in nome di una razionalizzazione atta sostanzialmente a ‘fare cassa', diminuisce in quantità e, soprattutto, in qualità, l'offerta formativa. In un momento dove invece si avrebbe bisogno di maggiori stimoli e di maggiori iniezioni di fiducia nella scuola e nella formazione in genere, per uscire dalla crisi".
Ad affermarlo è il candidato Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Emidio Mandozzi, fortemente preoccupato per i risvolti negativi generati in loco dalla Riforma Gelmini.
"Effetti negativi - sostiene Mandozzi - che si evidenziano già a partire dalle indicazioni fornite dall'Ufficio Provinciale Scolastico ai sindacati per quanto concerne l'anno scolastico 2009/2010: annunciati 324 posti in meno (proiezioni comprendenti anche la nuova Provincia di Fermo) per il personale docente, a fronte di un taglio complessivo per le Marche di 927 posti. Previsti 122 posti in meno nella scuola primaria, 108 nella scuola secondaria di primo grado (media) e 94 nella scuola secondaria di secondo grado. A questi tagli dovranno poi aggiungersi quelli riguardanti il personale A.T.A. (Amministrativi, Tecnici e Ausiliari) che, secondo stime nazionali, per il nostro territorio saranno circa 113. Effetti che inevitabilmente colpiranno in primo luogo il personale docente e A.T.A. precario".
Con il sindacato dunque in prima linea a fronteggiare una situazione che si sta facendo molto pesante, "le istituzioni - la convinzione di Emidio Mandozzi - debbono far sentire forte la loro voce verso un Governo che, invece di puntare con forza sulla scuola, pensa essenzialmente a risparmiare qualche soldo sul futuro dei nostri giovani. Uno scenario preoccupante anche per le ricadute sull'occupazione e per i disagi che famiglie e studenti saranno costretti a subire. In particolare, per alcuni plessi scolastici, come peraltro evidenziato dallo stesso sindacato della scuola, non è prevista la costituzione di classi di scuola primaria e media, la qual cosa inevitabilmente comporterà spostamenti di alunni da un quartiere all'altro o, addirittura, tra comuni diversi. Negli istituti superiori la mancata attivazione di alcuni indirizzi di studio costringerà gli studenti a cambiare le scelte fatte all'atto della iscrizione o, in altri casi, impedirà il completamento del percorso di studi fino al diploma quinquennale, mentre lo smembramento di diverse classi influirà sfavorevolmente sulla continuità didattica. Il taglio del personale A.T.A. avrà invece ricadute negative in termini di vigilanza e assistenza nelle diverse realtà scolastiche".
"Tutto questo - il parere conclusivo del candidato Presidente della Provincia, Mandozzi - mortifica e svilisce l'importanza della scuola pubblica, e ciò non può passare sotto silenzio. Gli amministratori locali sono ogni giorno in prima linea nella gestione delle difficoltà e nella complessa opera di governo che questa fase esige. La scelta effettuata dal Governo centrale di tagliare in investimenti pubblici e di ridurre i trasferimenti a Comuni e Regioni, dalla sanità, alle politiche sociali, alla scuola, pone e porrà ancor più nei prossimi mesi serie difficoltà.
La sfida sarà quindi sul potenziamento delle reti di protezione sociale e la scelta della formazione e della ricerca come assi portanti della costruzione del futuro. Ad iniziare dai territori".
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13/04/2009
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