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Quello che i genitori non sanno

Acquaviva Picena | Ovvero quello che accade quando i nostri ragazzi sono soli con il loro mondo virtuale.

di Martina Oddi

Ernesto Vagnoni

Nativi digitali. Così viene definita la generazione che ai telecomando dei padri contrappone tablet, IPhone e videogiochi con cui spesso i nostri ragazzi passano ogni minuto del tempo libero, alienandosi e costruendosi relazioni virtuali spesso dannose e pericolose. La tribù della rete ad esempio, ha le sue regole e i suoi codici, che si accaniscono contro chi e' al di fuori della benevolenza del branco e diventa il capro espiatorio di una violenza imparata proprio dai media fin dalla più tenera età.

Violenza latente, spesso subliminale, tollerata dai grandi o semplicemente ignorata. Quello che i genitori non sanno, il lavoro del regista Ernesto Vagnoni - frutto di sei anni di ricerca video e sul campo da calcio con i ragazzi - si propone di informare i grandi sull'oscuro mondo dei più giovani oggi al centro delle cronache insanguinate dei tg.

Ragazzi brillanti e grandi comunicatori vittime di misteriosi accoltellamenti, per gioco o per resa di conti. Inspiegabili salti nel vuoto fino allo schianto dopo un volo di 30 metri. Baby squillo e baby prostituti, avviati dai genitori in alcuni casi drammatici sulla via del degrado. E poi bullismo, violenze e culto del sesso, fino al satanismo e al confronto impari con la cultura nipponica dei manga, foriera di un forte contrasto nei valori con la tradizione cristiana dell 'occidente, spesso mal contestualizzata fino a fornire il fianco alla teoria New age. "Proprio quella - dice Vagnoni - capace di ergersi su principi come la pretesa di sostituire i l cristianesimo con un nuovo grande ordine mondiale , che si basa sul controllo delle nascite in attraverso la corruzione sessuale".

Diversi i curiosi intervenuti ieri ad Acquaviva dove alla presenza delle autorità - l'assessore allo sport di Acquaviva Luca Balletta, L'assessore all'integrazione del comune di San Benedetto Luca Spadoni - del mister Ottavio Palladini, la giornalista Martina Oddi e la Psicologa Sara Capriotti insieme a Ernesto Vagnoni hanno presentato alla comunità il doppio DVD. 11 capitoli di indagine e denuncia per richiamare al loro ruolo di guida le istituzioni, la scuola e la famiglia.

"Il lavoro e' stato possibile grazie allo sponsor, Claudio Bartolomei e alla sua Regenyal Laboratories srl" (aziende sambenedettese ledere nella produzione di cosmetici frutto di innovazione avanzata e lavorazioni eco sostenibili) e dice Vagnoni - un grazie anche a Vittorio Poloni e al suo Rat Pack, gestito con partocolare attenzione contro l'abuso di alcool tra i minori".

Continua Vagnoni: "Dal lavoro sul campo da calcio, dove per diverse ore al giorno sono al fianco dei ragazzi, e dalla mia ricerca video, nasce un DVD che vuole denunciare un'allarmante verità. I ragazzi sono bombardati quotidianamente da una comunicazione disinformati va e diseducativa che i genitori e gli educatori spesso ignorano. Dopo sei anni di analisi dei video più diffusi tra gli adolescenti sento di poter esprimere la constatazione di questa tendenza disvaloriale nella comunicazione rivolta ai ragazzi e delle come inseguente, come testimoniano quotidianamente i più terribili fatti di cronaca che hanno come protagonisti minori, molti dei quali sotto gli occhi di tutti, dai pestaggi dei bulli alle confessioni delle baby squillo".

Dalla passione di Ernesto Vagnoni nasce un team che lui e' riuscito a contagiare con il suo entusiasmo, e che e' già a lavoro su un progetto dedicato all'integrazione culturale. L'idea di avere gli adolescenti come interlocutori principali e' animata dalla consapevolezza della loro fondamentale importanza per il futuro del paese e del fatto che sono proprio loro, con le loro famiglie, il nostro punto di riferimento.

I nostri ragazzi sono i cosiddetti nativi digitali in quanto hanno imparato prima a usare unpc che a camminare. Il loro mondo, la loro dimensione quotidiana fatta di I phone, tablet e I pod, ha parametri molto diversi da quelli dei padri, abituati per lo più al telefono a muro e al telecomando. Le disattenzioni della famiglia e le lacune del sistema scolastico possono fornire il fianco a momenti di vuoto valoriale che i ragazzi, disorientati, si trovano a riempire con la tv, il pc, il telefonino o i video giochi, quando gli adulti si distraggono o quando non ci sono.

Fruire e condividere contenuti di intrattenimento, dai semplici cartoon ai video su you tube, fa parte di una partecipazione ad una vera e propria community virtuale, che ha le sue regole eu suoi codici di onore. Essere fuori dalla grazia dei pari e sotto il loro continuo pungolo, può portare persino al suicidio, come testimoniano recenti fatti di cronaca che hanno visto minori togliersi la vita perché denigrati sul web dai coetanei.

Non c' è da stupirsi quindi se la comunicazione del nuovo millennio, soprattutto quella rivolta ai giovani, contenga contenuti disecucativi che spesso vengono veicolati in modo subliminale. Ma bonariamente tollerati dagli adulti, quando non semplicemente ignorati.

La violenza mediatica dei teen ager degenera nel bullismo fisico e nel mobbing digitale, e viene veicolata dai media senza veli nei contenuti più crudi e meno adatti ai più giovani. Violenza vista sullo schermo e riprodotta fedelmente contro i deboli, documentata con sadica freddezza dai monitor dei cellulari da altrettanto giovani testimoni che guardano, ridono, filmano i loro coetanei brutalmente picchiati come fosse uno spettacolo da immortalare. I media sono protagonisti nel diffondere il messaggio della violenza come un sintomo di forza e grandezza per chi la esercita, e di fragilità e disvalore per chi la subisce.

Una giovane mente fresca e ricettiva non ci mette molto a rintracciare i semi del vizio ostentato come possibilità di affermarsi dell io. Nei nostri prodotti di comunicazione dedicati ai ragazzi, dai video musicali ai film, passando per l'animazione e le pubblicità, ricorre il messaggio che insinua al livello inconscio il valore dell'abuso di sostanze stupefacenti, di alcool, del sesso, del culto del sadismo e della morte. Disvalori passati come tratti dominanti del vincente, assurti a stile di vita per dominare e affermarsi.

Un'etica latitante che alterna input leciti e simbolismi ambigui, trasmessi in via subliminale e raccolti dai ragazzi senza possibilità di esprimere una logica replica. Seminare i vizi, sembra essere una conseguenza diretta della leggerezza e della cattiva fede di prodotti che dovrebbero educare piu' che indurre i giovani a diventare cultori di riti più o meno occulti, capaci di portare senza sforzo alla felicita'. Quando poi il culto del vizio viene comunicato nella sua valenza di partecipazione al gruppo - o di adesione al branco - la dimensione individuale del problema si allarga e assume una valenza sociale e diffusa.


Grazie all'impegno di una squadra di professionisti della comunicazione, tra giornalisti e giovani laureati all'accademia delle belle arti di Macerata, nasce l'idea di parlare ai giovani del diverso e dello straniero nel nuovo lavoro che seguira' QCIGNS. La società multietnica e' un dato di fatto e se gli adulti ne hanno una percezione difficile e sporadica, quasi accidentale, i ragazzi vivono la percezione del coetaneo con molta più spontaneità.

"La nostra idea e' quella di avvicinare i ragazzi all'integrazione culturale secondo il principio che se gli uomini riconoscono dei diritti universali e inalienabili, come dovrebbero essere i diritti umani, una convivenza pacifica a riparo dai conflitti etici, religiosi e culturali e' possibile" dice Martina Oddi.

Il lavoro si rivolge ai teen agers, e cerca di parlare loro con il loro stesso linguaggio, attraverso la finzione artistica e cinematografica, con il suo potere evocativo e suggestivo. Storie quotidiane caratterizzate dal ricorrere del pregiudizio culturale, secondo un'ottica propositiva e positiva, in cui i ragazzi possano riconoscersi, a cui l'occhio della telecamera conferisce un fascino e una dimensione da sogno a occhi aperti. Giovani che si impegnano per vivere in pace, che sognano un futuro migliore.

A breve saranno inaugurate la pagina facebook quello che i genitori non sanno e il sito dedicati.

14/04/2014





        
  



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