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Messaggio alla Diocesi del Vescovo

San Benedetto del Tronto | "Giovanni Paolo II ci lascia l’impegno di vivere nella pace e di essere costruttori di pace."

di S.E. Gervasio Gestori

Carissimi,
il grande cuore del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo II si ferma per la vita di questo mondo e dentro la storia di noi mortali, ma non cessa di amare accanto al cuore di Dio in quella vita che non conosce tramonto.
           
La nostra umanità perde un suo figlio prezioso, che ha svolto un ruolo decisivo in quasi 27 anni di pastore della Chiesa universale. Ci sentiamo ora più poveri e soffriamo nell’animo una profonda tristezza, ma siamo consapevoli che non viene meno il suo alto insegnamento evangelico, predicato in tantissimi Paesi durante i suoi instancabili viaggi.
           
Non possiamo dimenticare il grido lanciato nell’ottobre 1978, quando all’inizio del ministero apostolico disse: “Non abbiate paura! Aprite il cuore a Cristo! Spalancate le porte del cuore a Cristo!”. Papa Wojtyla proclamò sempre con grande convinzione che Gesù è al centro della storia ed è il Signore del mondo e della vita. Egli ha vinto il male, ha sconfitto il demonio, ha superato la morte con la sua morte e risurrezione.
           
Non dimenticheremo gli ultimi mesi di vita del Santo Padre, provato dalla sofferenza della malattia e ormai impossibilitato a muoversi ed a esprimersi con la parola. Ma dal letto del Policlinico “Gemelli” di Roma e dalle stanze del Vaticano egli ha continuato ad insegnare, scrivendo la sua ultima grandissima Lettera Enciclica, per testimoniare al mondo intero quanto sia importante la vita anche quando è segnata dalla sofferenza ed è fortemente limitata dalla vecchiaia.
           
Giovanni Paolo II ci lascia l’impegno di vivere nella pace e di essere costruttori di pace e ci invita a vincere le nostre paure con una totale fiducia nel Signore. Significative sono le parole conclusive del suo ultimo scritto: “Nell’amore che ha la sua sorgente nel cuore di Cristo sta la speranza per il futuro del mondo. Cristo è il Redentore del mondo: Per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Memoria e identità, p.200).
           
Ora perdiamo su questa terra un padre, ma siamo certi che il suo cuore rimanga vicino a ciascuno di noi con un amore reso più forte dalla vicinanza con Dio.
A te, carissimo Santo Padre, affidiamo le nostre persone, i nostri bisogni spirituali e materiali, le nostre famiglie, le nostre Comunità, e dal Cielo prega il Signore per tutti noi.

*Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

02/04/2005





        
  



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