L'IDV interviene sul Consind
Ascoli Piceno | Cardilli e Merlonghi esprimono il loro dissenso verso la posizione assunta da Celani e auspicano che il nuovo direttivo riesca a salvare il consorzio.
"Quando abbiamo eletto Lucio D'Angelo a consigliere (nel consiglio provinciale) - ha specificato il segretario provinciale del partito Andrea Cardilli - lo abbiamo fatto poiché era un tecnico e un ingegnere. Quello che si doveva costituire era un direttivo dei 5 composto di tecnici, limitato nel tempo (circa 6 mesi). In seguito si sarebbero dovuti riconvocare tutti i sindaci facenti parte dell'assemblea per verificare se c'erano i presupposti per andare avanti o mettere l'ente in liquidazione, e quali conseguenze economiche sarebbero ricadute nei comuni consorziati. Che è poi questa è la grande preoccupazione dell'Idv. Sono invece state cambiate le carte in tavola. Personalmente chiederò a Dante Merlonghi di venire fuori dal consiglio. Intanto abbiamo fatto richiesta degli atti per verificare la veridicità di quanto Celani ha affermato nell'assemblea".
"La questione Nucleo – ha aggiunto il coordinatore per gli enti locali Dante Merlonghi, nonché membro dell’assemblea (eletto dal Consiglio comunale di San Benedetto) - è per l’Idv un momento importante se si riesce con la volontà di tutti a farlo diventare un ente territoriale che sia lo strumento per lo sviluppo e l’occupazione. Un ente dove fino ad ora tutti hanno preso e nessuno ha mai dato. La gestione Celani ci ha consegnato un ente ‘impantanato’. E non ne avevamo dubbi, in fondo Celani ha impantanato prima il Comune di Ascoli facendolo ritrovare a fronteggiare una situazione gravissima di disoccupazione, e dopo il Comune e il Consorzio stiamo registrando che sta impantanando rovinosamente anche la nuova Provincia di Ascoli sul piano dello sviluppo e dell’occupazione. Quindi bene ha fatto il centrosinistra, intanto, a sbarazzarsi del commissariamento Celani all’interno del Nucleo industriale . La Regione ci ha dato una opportunità per vedere se la classe politica di questa Provincia, in modo responsabile, può rimettere in piedi uno strumento capace di garantire lo sviluppo e l’occupazione. L’ente non dovrà essere vessatorio verso le imprese bensì deve divenire uno strumento di collaborazione e di affiancamento per le stesse. Il tempo che ci dobbiamo dare, non più di 90 giorni, servirà affinché il nuovo organismo verifichi le condizioni economiche e finanziarie (quelle vere) nelle quali l’ente è stato lasciato prima e dopo il commissariamento. I 90 giorni dovranno servire a verificare (anche con i sindacati e l’associazione degli industriali) se ci sono le condizioni reali, coinvolgendo tutti i comuni, territori ed enti, compresa la Regione, per ripartire o eventualmente chiudere i battenti, che è poi la richiesta che oltre ad essere pubblicamente manifestata dal sindaco di Castel di Lama è anche stata suggerita da molti sindaci presenti all’assemblea. Quindi che il nuovo organismo verifichi la reale condizione debitoria e di eventuale ripartenza. Solo dopo saremo in grado di prendere una decisione e se si arriverà alla liquidazione si dovrà da subito proporre una legge regionale che dia l’opportunità ai dipendenti di essere ricollocati negli enti territoriali, verificando a questo punto la reale manifestazione di impegno espresso sia dal sindaco di Asco.li che dal presidente della Provincia".
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22/04/2011
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