Paola Fonticoli alla galleria d'arte l'Idioma
Ascoli Piceno | L'artista presenterà la sua recente produzione su tela.
di Antonella Roncarolo
Sabato 24 aprile 2004 presso L'Idioma-Centro d'arte- di Ascoli Piceno, si inaugura "E ti guardo": mostra personale di Paola Fonticoli, che presenterà una ventina di opere su tela di dimensioni medio-piccole, tutte di recentissima produzione.
L'artista, attiva ormai da una ventina d'anni, persegue con ostinazione e leggerezza la sua singolare indagine sul mondo a due dimensioni. Dai primi lavori: grandi superfici graffiate e solcate da un gesto ampio, energico ed emotivo; passando di volta in volta, attraverso l'uso di materie eterogenee (carboncino, legno, creta, carta, veli fino al recente PVC), Fonticoli è approdata, in questi ultimi anni, ad un mondo silenzioso dove le immagini " hanno la purezza essenziale della luce e della tenebra, evocano ritmi di rara precisione formale, somigliano alla vera poesia."
E non è un caso che proprio una poesia (del giovane poeta lombardo Roberto Dossi) costituisca l'unico testo a corredo del bel catalogo edito in questa occasione. Fonticoli non ci chiede di capire, ci invita a sentire,
"vuole creare trasalimenti per superare l'indifferenza di chi chiede all'arte di essere spettacolo e non visione, messa in scena e non scaturigine dell'immaginazione."
L'immagine è risultato dell'ascolto; lo spazio è raccolto, concentrato entro dimensioni in cui il gesto diventa contenuto, controllato, annullato quasi, nella stesura della materia. Trasparenze, velature, veli, fino alla pellicola in PVC che, in questa serie di opere, copre e insieme "svela" la profondità dell'immagine dipinta sulla tela. Lo sguardo affonda verso una luce algida, diafana in uno spazio in continua ed incerta definizione.
Al contrario, quasi a smentire l'affondo verso una dimensione tanto remota quanto impraticabile, l'artista ci propone un immediato dialogo/confronto con un'altra famiglia di lavori, anch'essa recente. Qui le forme, tutte spinte in avanti ad occupare il primo piano, costruiscono una sorta di intarsio. Al bianco/nero si sostituisce una limitata ma decisa gamma di colori, tinte piatte che non alludono ad altro se non alla loro stessa qualità visiva. Il risultato è il mondo poetico di Paola che, come scrive Claudio Cerritelli nel piccolo libro "Elogio della Superficie" (da cui, per altro, abbiamo tratto i brani presenti in questo testo), " sfida il futuro con l'arma dell'incanto ( ) così convinta del proprio silenzioso fluire da assumere, talvolta, un comportamento radicale coltivando un'idea di arte che guarda soprattutto a se stessa e in se stessa trova i fondamenti dell'essere."
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22/04/2004
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