“Il nuovo sequestro di alimenti contenenti peperoncino indiano colorato con una sostanza tossica rappresenta l’ennesima conferma della necessità di applicare quanto prima la legge sull’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine della componente agricola”.

E’ quanto dichiara il presidente di Coldiretti Ascoli, Marco Maroni, dopo che gli uomini del Corpo Forestale di Stato hanno rivenuto oltre cento quintali di cibo contenente il famigerato Sudan Rosso, colorante ritenuto cancerogeno, in uno stabilimento di Porto d’Ascoli. 

“Il fatto che sughi e altri alimenti contengano sostanze tossiche importate da fuori e vietate dall’Unione Europea è il logico risultato dell’assenza di regole certe che diano ai cittadini la possibilità di sapere e di scegliere. Su molti settori il pressing di Coldiretti e consumatori ha portato i suoi frutti – continua Maroni -. Grazie anche alle battaglie portate avanti da Coldiretti assieme ai consumatori, molto è stato fatto. Pensiamo all’ortofrutta, alle uova, alla fettina di manzo, al latte fresco.

Ma ora serve fare il passo successivo, dando applicazione alla legge 204 sull’etichettatura obbligatoria dell’origine della componente agricola negli alimenti”. Nella provincia di Ascoli Piceno, come nel vicino Abruzzo, il peperoncino è un alimento molto utilizzato, e non solo per accompagnare i piatti. Nella tradizione contadina serviva da rimedio a diverse malattie. Ricco di vitamina A, E, C e sostanze antiossidanti, il peperoncino ha, infatti, benefici effetti sulla circolazione, potenzia le funzioni dei reni e del fegato, favorisce la digestione e fa bene al cuore. “Evitiamo dunque il rischio che possa venire a mancare sulle nostre tavole – conclude Coldiretti Ascoli -, dando ai cittadini piceni la possibilità di riconoscere i prodotti davvero ‘made in Italy’ che, oltre a una consolidata tradizione enogastronomica, offrono precise garanzie di sicurezza degli alimenti, al contrario di altre realtà dove le normative in materia sono molto meno definite”.