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Incontro tra il gruppo consiliare dell'Ulivo, Rifondazione Comunista e il dott.Marabini

| SAN BENEDETTO - "Per porre a confronto le rispettive proposte inerenti alla definizione del Piano Sociale di Zona (servizi sociali) ed alla qualificazione e potenziamento dei servizi clinico - sanitari.

Il Gruppo Consiliare dell'Ulivo e Rifondazione Comunista ha incontrato il Commissario Straordinario ASL 12, dott. Mauro Marabini, il giorno 1/4/03, per porre a confronto le rispettive proposte inerenti alla definizione del Piano Sociale di Zona (servizi sociali) ed alla qualificazione e potenziamento dei servizi clinico - sanitari.

Alla luce del nuovo Piano Sanitario Regionale, che le parti intendono come "strumento flessibile" che debba adattarsi alle reali esigenze e provati bisogni del territorio e non mera indicazione di unità operative e di posti letto, si è condiviso il fatto che oggi si è di fronte ad una "forte compressione dello sviluppo socio - sanitario" che rende estremamente difficili, e perciò difficilmente realizzabili, nuovi investimenti.

A parere del gruppo consiliare le scelte del centrodestra (modifica unilaterale del titolo V della Costituzione, il federalismo bossiano, il taglio feroce delle risorse destinate al Fondo Unico per i servizi sociali, i trasferimenti finanziari, anche pregressi, negati alle Regioni anche in presenza di precisi accordi Stato - Regione) se non avversate e cambiate porteranno ad una nuova definizione dell'assistenza Socio - sanitaria che modificherà sostanzialmente quelle pari opportunità di accesso e fruizione dei servizi da parte dei cittadini.

Preso atto che nell'ultimo triennio l'ASL 12 sambenedettese ha scontato l'incertezza, la lentezza e la mancanza di decisioni da parte degli organi direzionali (48 miliardi di lire di investimenti per l'ASL ascolana ed appena 7 per quella sambenedettese, quasi tutte riconducibili alle RSA di Ripatransone e Montefiore), considerato che questa Amministrazione non è stata capace di proporre un minimale piano sociale dei servizi alla persona di cui la città ed addirittura il consiglio comunale non sa assolutamente nulla, il gruppo consiliare ha voluto, di conseguenza  alcune direttrici dalle quali partire per rendere sostenibili sviluppo e qualificazione dei servizi socio - sanitari: la centralità del cittadino ( la salute è il diritto di promuovere e tutelare) e l'uso razionale delle risorse.
Tali proposte possono essere così riassunte:

1. il dipartimento di emergenza ed accettazione deve essere sviluppato tramite il potenziamento (strumentazione e personale) della unità di diagnostica per immagini (non più rinviabile, resta logicamente la priorità indiscussa);
2. della consequenzialmente creazione delle unità operative di medicina d'urgenza e chirurgia d'urgenza, attraverso anche il ripensamento strutturale, funzionale e logistico dell'attuale astanteria (oltre ad evitare i ricoveri impropri, sarebbe finalmente naturale che l'operatore sanitario si porti dal malato e non viceversa). L'integrazione intersettoriale, interdisciplinare e interprofessionale come strategia di fondo; ricorso contingente a consulenze esterne (vascolari, toraciche, ecc.)
3. l'unità operativa di cardiologia (riconsiderazione dei dati, allarmanti e definibili sicuramente quale fenomeno sociale) necessita assolutamente di personale e mezzi e deve essere collegato, senza soluzione di continuità a carattere strutturale, con l'unità di rianimazione;
4. il Dipartimento di salute e di igiene mentale (psichiatria), quand'anche settore ad altissima integrazione sanitaria, è la priorità a livello sociale.
5. da subito, in attesa della ridiscussione con l'ASL 13 ascolana circa le strutture residenziali protette, va realizzato un gruppo appartamento, va ridefinito e diversamente allocato il centro diurno di via Moretti, vanno creati centri semi - residenziali sul territorio della nostra ASL;
6. i servizi sociali, pure integrati, a partire da quelli sovracomunali, vanno adattati attraverso il piano sociale nell'ottica di una accettazione e condivisione di tutto l'ambito. Non sono più sostenibili i servizi creati in funzione occupazionale, ma in forza dei bisogni reali. Non sono assolutamente accettate soluzioni residenziali e semiresidenziali che vedono soggetti con patologie diverse usufruire dell'identico servizio. Devono essere realizzati i servizi che abbiano la certezza, riferita al medio e lungo periodo, della sicurezza del finanziamento.
7. non sono più accettabili i ritardi che si accumulano per il riconoscimento della invalidità. Il dott. Marabini resta personalmente incaricato di trovare la soluzione a questo stato di cose, non degno di una società che vuole essere civile e democratica.

Sia il gruppo consiliare sia il dott. Marabini hanno ritenuto molto positivo l'incontro sebbene interlocutorio e volto ad una migliore conoscenza dei problemi e delle rispettive proposte di soluzione.
Le parti si sono date appuntamento per la fine del mese di aprile allorché i gruppi consiliari avranno discusso delle problematiche di argomento con i rispettivi partiti di appartenenza.

23/04/2003





        
  



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