Miss Italia è morta? W la cultura!
San Benedetto del Tronto | Proposta di un giorno di festa cittadina per questo gioioso evento.
di Antonella Roncarolo
Qualche anno fa, durante un incontro con la scrittrice Nicoletta Vallorani, con la quale in gioventù avevo condiviso speranze e lotte per un mondo femminile emancipato, le chiesi cosa ne pensasse dell'organizzazione a San Benedetto delle prefinali di Miss Italia. Lei mi rispose che, mentre fino a poco tempo prima sarebbe stata assolutamente contraria, ora vedeva il fenomeno solo come un segnale dei tempi e non si sentiva di dover condannare la scelta dell'amministrazione.
Ammetto che mi sarei aspettata da lei una reazione più forte, ma poi riflettei sul fatto che anche la mia indignazione, alla fine, era molto flebile e che comunque non ero scesa in piazza e, come cittadino, accettavo, senza tante storie quello spettacolo come uno dei tanti proposti da una società povera di ideali, principi e, soprattutto, cultura.
Bertrand Russel, che rimane uno dei pensatori che amo di più, affermava che la tragedia di scendere in basso è che poi non ci si accorge di essere nell'abisso e di cominciare a sentirsi bene anche nel nulla. E' quello che è successo.
Siamo affogati nel fango, (o in qualcosa di simile), non vediamo più la luce eppure abbiamo trovato il nostro spazio ideale: in fondo il fango è caldo e morbido, perché allora indignarsi, perché sforzarsi di uscire, perché lottare?
La "nostra" classe politica, sta, ancora una volta, dando una pessima immagine di se stessa, rimbalzando le responsabilità della perdita della grande ricchezza "Miss Italia".
Si è mai chiesto nessuno se veramente la gente voleva questo spettacolo? O se sia stata solo un'altra delle tante dosi di oppio che ci vengono propinate giornalmente per friggere i nostri cervelli? Ma è possibile che nessuno si accorge che la società italiana sta scivolando inesorabilmente verso il basso?
Eppure ci sono migliaia d'insegnanti che ogni giorno toccano con mano il livello dei nostri ragazzi, il futuro della nazione: scarsissimo linguaggio, incapacità di comprendere anche i concetti più semplici, omologazione a comportamenti idioti incoraggiati da trasmissioni televisive. E poi la mancanza di sogni e degli ideali che hanno fatto crescere le generazioni precedenti.
Oggi il loro futuro è solo materiale: il nuovo cellulare, i pantaloni e le scarpe griffate, il successo immediato, la visibilità, una sessualità solo esibita, non goduta.
L'ultimo allarme è quello dell'alcol e delle droghe facili: ragazzi sempre più giovani che si ubriacano e che fanno uso di droghe acquistate in discoteca o da amici di buona famiglia per riempire un vuoto vergognoso. Faccio parte di una generazione che ha pagato caro il prezzo della ricerca della libertà nelle droghe e nelle ideologie e non voglio giustificare né accusare nessuno, ma il nulla che oggi ci circonda rappresenta la decadenza inesorabile della società.
La perdita di Miss Italia dovrebbe essere un momento di gioia per la nostra città. Finalmente tutti quei soldi buttati per uno spettacolo di basso livello potranno essere utilizzati per altri scopi: si potrà dare nuova linfa a quelle manifestazioni che sono rimaste senza fondi come "Scultura Viva", il Festival Ferrè o il Bizzarri, o darne a chi non ne ha mai avuti come il "Premio del Tascabile" che ha portato nella nostra città i migliori cervelli della nazione, incentivare storiche associazioni come il Fotoclub che da anni fa un prezioso lavoro sul territorio e promuovere nuovi programmi culturali, sportivi e sociali.
E ancora, ma qui mi sento molto vicina al grande sognatore Martin Luther King, realizzare uno spettacolo che sia frutto della nostra creatività, che so un festival del cinema, della canzone, del libro, della cucina o dell'umorismo, e che non debba dipendere dai capricci degli organizzatori.
Concluderò questo mio breve ed inutile scritto parafrasando Catullo: "Odio e amo" questa città doveho scelto di vivere e di far crescere i miei figli.
"Come possa fare ciò, forse vi chiederete", ma spero mi capirete. "Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento".
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23/04/2006
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