Un carabiniere ed un poliziotto a tutela dei cittadini
| ASCOLI PICENO - L'esperimento del sindaco Piero Celani sta avendo un notevole successo tra la gente ascolana.
di Mauro Giorgi
Un 'esilio' dalle problematiche attuali, una spensieratezza nel vivere alla giornata, un'incoscienza che il mondo alcune volte attraversa periodi tristi, facevano di Ascoli Piceno un'isola felice.
Questa figura metaforica, purtroppo, non esiste più. Chissà che la città non diventi una meta allettante per molte organizzazioni criminali. La preoccupazione che tale evento si manifesti anche nelle nostre parti ha fatto scattare l'allarme. In merito a ciò, infatti, la Confcommercio, gli organi delle forze dell'ordine ed infine l'amministrazione comunale hanno voluto creare una sinergia che prevenisse l'evoluzione di questo problema.
A tal proposito, questa mattina, abbiamo intervistato alcune persone per sapere se l'esperimento dell'agente di quartiere ha portato beneficio.
'Mi sento molto protetto. -dichiaraMarco Traini - La figura del poliziotto e del carabiniere di quartiere mi danno l'idea che ci sia una maggiore tutela. E' giusto, aggiunge, cercare di prevenire la microcriminalità. Per quanto mi riguarda, conclude, noto che la città, attualmente, risulta essere maggiormente controllata".
Dello stesso avviso è anche Lucia Santangelo.
"L'iniziativa del sindaco mi ha veramente fatto piacere. Ha dimostrato, precisa, di essere sensibile nei confronti di tutta la popolazione. Speriamo, insomma, che tale fenomeno non si manifesti anche nelle nostre zone".
Sulla stessa linea di pensiero anche Marco Chiovini.
"E' stato un peccato far cadere il mito dell'isola felice. Nella città si vive molto tranquillamente e dobbiamo fare in modo che nessuno porti disagi e delinquenza. L'esperimento del signor Celani è un segnale molto forte ed importante sulla questione. Voglio invitare tutti, conclude, a collaborare con la giustizia".
In contraddizione agli altri, invece, Emidio Mancini.
"Per evitare certi episodi non bastano solamente due agenti delle forze dell'ordine. Mi domando, precisa, come si possa pensare il contrario. Questa volta se la potevano risparmiare. Se credono, conclude, di fermare o di prevenire la microcriminalità con quest'iniziativa si sbagliano di grosso".
Le testimonianze raccolte, insomma, ci danno la conferma che la maggior parte dei cittadini, e non solo, hanno accettato di buon grado l'esperimento del primo cittadino. Per molti, infatti, la prevenzione è un'arma importante nella lotta contro la microcriminalità.
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25/04/2003
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