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L'anima fragile del terziario

Ascoli Piceno | Il segretario Filcams Cgil Pompei risponde alle poelmiche sulle deroghe commerciali del 25 aprile e 1 maggio: "disposti a discutere una soluzione condivisi, ma dovremmo occuparci di più di agricoltura e industria per rilanciare il territorio".

Il 25 aprile e il 1 maggio sono ricorrenze costitutive della storia del nostro paese.
Il 25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo, segna il culmine del risveglio della coscienza nazionale e civile italiana impegnata nella riscossa contro gli invasori e come momento di riscatto morale di un importante parte della popolazione italiana dopo il ventennio di dittatura fascista. Il 1 maggio e' la festa dei lavoratori che fu soppressa durante il fascismo e ripristinata alla fine del conflitto. Il 1 maggio del 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra (PA) quando, la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina. Queste due date sono patrimonio storico del movimento operaio e sindacale italiano e di tutto il popolo italiano e per questo indisponibili alla logica del profitto ma momenti da commemorare e festeggiare.

Il testo unico regionale del commercio regola all'art. 55 le aperture commerciali e ne delimita le eventuali deroghe da concertare tra tutte le parti interessate. La stessa legge stabilisce che gli esercizi di commercio al dettaglio in sede fissa devono rimanere chiusi nei giorni di 1° maggio-25 aprile-25 dicembre-26 dicembre-1° gennaio-pasqua. La legge da la possibilita' di derogare per "ventitre giornate annue, elevabili a ventisei, previo accordo con le organizzazioni delle imprese del commercio, dei lavoratori dipendenti e dei consumatori maggiormente rappresentative a livello regionale". Inoltre esiste la possibilita' di uilteriori due deroghe da concordare in ambito di commissione regionale "in occasione di eventi o manifestazioni di particolare rilevanza per i flussi turistici e per l'economia comunale, esclusivamente per le vie del territorio comunale direttamente interessate". il tutto per un totale di 28 giornate domenicali e festive derogabili.

Il sindacato italiano e' stato sempre nella storia di questo paese baluardo di legalita' e anche in questo caso riteniamo che forzare e piegare la legge ad interessi di parte rappresenti un pessimo esempio di rispetto della legalita'.

La sterile polemica che spinge ad una crescita esponenziale delle aperture domenicali e festive adducendo la motivazione delle 44 aperture della regione Abruzzo, nasconde l'incapacita' di affrontare un problema complesso come quello delle aperture domenicali e festive che dovrebbe vedere la realizzazione di una legge quadro nazionale che disciplini in modo armonico e funzionale il settore e che sani le incongruenze presenti in tutte quelle zone di confine come la provincia di ascoli piceno.
Tuttavia siamo certi che il problema occupazionale e produttivo del nostro territorio non si risolve con un aumento delle giornate lavorative festive e domenicali, perche' problema ben piu' complesso, ed e' per questo che rinnoviamo la disponibilita' a confrontarci in un tavolo provinciale in tema di commercio e turismo che veda la presenza di enti locali, organizzazioni sindacali e associazioni datoriali e in cui si condividano strategie di sviluppo territoriale e di creazione di buona occupazione.

Siamo comunque sempre piu' convinti che un territorio non puo' sostenersi solo con il terziario e che la desertificazione dei settori primario e secondario rischia di svelare l'anima fragile di un settore terziario caratterizzata da una configurazione di impresa labile con bassa attenzione ai problemi della qualita' e della valorizzazione del capitale umano.

Raccogliamo e rilanciamo il grido di allarme dell'assessore regionale Canzian sulla necessita' del rilancio del protocollo di intesa area Val Vibrata - Val Tronto (siglato dalle regioni marche e abruzzo e dalle province di ascoli e teramo e attualmente fermo al ministero dello sviluppo economico) essendo sempre piu' convinti che la crisi occupazionale e produttiva del piceno non puo' essere superata senza uno sforzo congiunto di tutti gli attori coinvolti.

Alessandro Pompei - Segretario Generale Filcams Cgil Ascoli Piceno

26/04/2011





        
  



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