Galiè: "dopo il 25 aprile 1945 l'occupazione culturale degli americani"
San Benedetto del Tronto | Intervento del capogruppo di AN in risposta alle polemiche di Gaspari e Capriotti
di Giovanni Desideri
Dopo il vicesindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti (AN), anche il capogruppo dello stesso partito Emidio Galiè interviene in risposta alle polemiche sul 25 aprile sollevate alla vigilia dai consiglieri Gaspari (DS) e Settimio Capriotti (Rifondazione Comunista).
Dice Galiè: "non ero presente alle celebrazioni delle intitolazioni delle foibe per il 25 Aprile ad Acquaviva come vorrebbero affermare Gaspari e Settimio Capriotti ma mi onoro di aver presentato una mozione che vuole intitolare una via o una piazza a quelle donne e a quegli uomini italiani barbaramente uccisi dai comunisti titini con la complicità, alcune volte, dei comunisti pseudo-italiani e per troppo tempo completamente dimenticati".
Inoltre: "anche noi nipoti politici di Salò esprimiamo condanna sul nazi-fascismo e riconosciamo i valori della democrazia repubblicana, deploriamo comunque l'uso strumentale che negli anni ha fatto la sinistra comunista ed esaltiamo l'identità nazionale. Il 25 aprile ha contribuito ad avviare la rinascita dell'Italia. Meglio sarebbe, in ogni caso, collegare il giorno della Liberazione al giorno della Repubblica, poiché insieme formano il nostro binomio identitario".
Infine una condanna del modello culturale che si è imposto dopo il 25 aprile 1945: "con il 25 aprile si pose fine manifestamente al regime nazi-fascista ma l'Italia non fu liberata dalla sudditanza. Se prima si era governato ed agito alla luce di principi politici e sociali professati, da allora i costumi di vita della penisola sono stati influenzati in modo mediato da un'identità estranea alle radici culturali italiche. Si è trattato di liberazione o di occupazione? Invocando l'aiuto all'esterno abbiamo consentito l'omologazione culturale per riconoscenza e una sottomessa interlocuzione nelle decisioni di stampo politico".
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26/04/2004
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