L’unica novità che è emersa in queste ultime ore riguarda lo strappo definitivo dell’ex sindaco Martinelli che ha deciso di confrontarsi da solo con l’elettorato. Proprio un bel coraggio. Una mossa di questo tipo avrebbe ottenuto consensi e solidarietà da parte dell’elettorato di centro destra se il dottor Martinelli avesse portato a compimento il suo mandato regolarmente, seppur tra le mille difficoltà conosciute.

Anzi, i partiti politici della CDL sarebbero andati da lui, con buona dose di umiltà, a pregarlo di volerli rappresentare ancora ed a quel punto avrebbe potuto togliersi tutti i sassi di cui, a suo dire, erano piene le sue scarpe. Avrebbe avuto una tale posizione di forza che, anche andando da solo, poteva ottenere un risultato clamoroso. Invece, sappiamo tutti come è andata: dimissioni irrevocabili ad otto mesi dalle elezioni e fine della commedia.

Ora, dopo aver attaccato duramente diversi esponenti di partito, dopo aver definito i partiti politici un intralcio ai suoi piani, dopo aver sbattuto la porta ed essersene andato insalutato ospite, ha avuto la pretesa, negoziata fino in ultimo, di farsi ricandidare come se nulla fosse accaduto. Ribadisco quanto ebbi a dire tempo fa: se avesse voluto seriamente ricandidarsi avrebbe dovuto, a tempo debito, percorrere strade diverse, con i tempi ed i modi dettati dalla politica, non adesso e cercando di porre il veto su chiunque gli potesse essere preferito.

Anche questa decisione presa in maniera impulsiva è un errore e chiunque gliel’abbia suggerita se ne renderà conto come, sicuramente, si sarà reso conto della monumentale fesseria delle dimissioni. Personalmente ho sempre avuto il sospetto che Martinelli non fosse adeguatamente assistito da validi consiglieri. Il fatto di volersi comunque candidare con la sua lista è l’ennesima dimostrazione di come nessuno lo faccia ragionare “politicamente”. Lui sapeva benissimo che avrebbe incontrato numerosi ostacoli sulla strada di una sua candidatura unitaria nella CDL. D’altro canto lui rappresenta il fallimento dell’amministrazione, la fine anticipata della legislatura ed il ritorno a San Benedetto del Commissario Prefettizio dopo molti anni ed i partiti della CDL non potevano oggettivamente riproporlo al proprio elettorato.

Lui sa perfettamente che se il candidato non sarà unitario le possibilità di vittoria saranno modeste per chiunque. Avrebbe potuto negoziare preliminarmente un serio accordo ed assicurare il suo appoggio al candidato sindaco del centro destra, esprimendo anche una sua razionale preferenza. Non era un mistero che non avrebbe mai ottenuto il sostegno di AN, UDC e LEGA, quindi andava, secondo me, perseguito un obiettivo minimo. Il fatto di fare accordi al ballottaggio è molto condizionato dai voti che gli riserverà l’elettorato.

E senza il sostegno dei partiti della CDL accetteranno quelli della sua lista di candidarsi per lui sapendo di andare incontro ad una possibile figuraccia. Certamente i suoi amici di Forza Italia cercheranno di favorirlo con il voto disgiunto, ma raccoglierne tanti sarà dura. La Casa delle Libertà, comunque, ha il dovere di guardare avanti e di chiudere questa sera stessa (26/04/2006) con il Candidato Sindaco unitario. Dopodiché ci sarà da lavorare duramente per tutti i candidati fino al 28 maggio.