Il consigliere di AN Stefano Nico intende ribadire che il centrodestra non ha affatto smantellato le garanzie costruite negli anni scorsi con la legge 36 del 2001  così come non ha innalzato i limiti dei livelli di inquinamento elettromagnetico.

La precisazione arriva dopo che nei giorni scorsi il capogruppo di Rifondazione comunista, Settimio Capriotti, aveva ribadito la necessita di adottare il principio di precauzione in materia di inquinamento elettromagnetico.

"Nel nostro Paese -afferma Nico-la legge che regolamenta gli impianti, nota come legge Quadro, è finalizzata alla protezione dalle esposizione a campi elettromagnetici ed elettrici a copertura dell'intero intervallo di frequenza da 0 a 300.000 Mhz assieme all'individuazione di tre indicatori : limiti di esposizione, livelli di attenzione e obiettivi di qualità. L'introduzione di tre differenti livelli e di un'articolazione delle competenze tra Regione, Province e Comuni rischia di determinare un effetto improduttivo di competenze contrapposte e divergenti a cui successivi decreti delegati potrebbero dare un ordine amministrativo".

Per quanto riguarda i limiti di esposizione il documento che fissa per  primo il limite dei 6V/m negli edifici adibiti a permanenza per più di quattro ore ci differenzia in meglio dal resto d'Europa. Tutti i limiti previsti dalla normativa italiana sono più restrittivi rispetto a quelli consigliati dalle linee guida ICNIRP i cui standard hanno ispirato le normative nazionali di tutti gli Stati europei.