Laltra metà del cielo
San Benedetto del Tronto | Margherita Sorge: cambiare il ruolo della donna significa ripensare il welfare per offrirle gli strumenti per essere competitiva nel mondo del lavoro.
di Martina Oddi
Percorso Immagine Donna
Donne moderne, che vivono la vita a tutto tondo. Alla base della rappresentazione della figura femminile dell'ultimo millennio una profonda contraddizione tra la veste quotidiana di mamma e moglie, lavoratrice e spirito politico impegnato nel sociale con l'immagine che i media e la raffigurazione collettiva dipingono.
Confinando l'immagine della donna nel recinto di canoni estetici artefatti e imposti dal maschio, a discapito della mappature delle emozioni che vive in ogni singola ruga, la bellezza diventa unico fine e strumento di affermazione sociale, per le vie traverse e scorciatoie di chi non si accontenta ma non ha più il coraggio di sfidare ciò che ha intorno.
Questa la tesi emersa ieri all'incontro Donne a tutto tondo, voluto dall'Assessorato alla cultura in collaborazione con la Fondazione Libero Bizzarri. Il tavolo attorno a cui sedevano Margherita Sorge, Gioia Longo - docente di antropologia alla Sapienza - l'onorevole Silvana Amati, le sindache di Appignano - Maria Nazarena Agostini - e la collega di Castel Di Lama - Patrizia Rossini - insieme alla giornalista Nella Condorelli, ha dato vita a una lucida analisi sulla antitesi tra la polifunzionalità sociale della donna e l'univocità imbarazzante - oltre che negativa - del modello culturale che la ritrae, insieme alla percezione collettiva che ne deriva di conseguenza.
L'Assessore Sorge parla dell'importanza di fornire alla donna - che subisce le ripercussioni più gravi in termini di disoccupazione - i servizi che le permettano di competere nel lavoro e nella politica con i colleghi maschi che lasciano poco spazio, nell'ottica di un ripensamento generale del welfare.
Per instaurare un circolo virtuoso che incida sulle relazioni tra i sessi, soprattutto nel momento di confronto in famiglia. La risposta non può essere solo di innovazione legislativa, deve includere un processo di valorizzazione dell'esperienza umana secondo la filosofia del darsi valore, spingendosi oltre i pregiudizi sociali di una società che denota una certa carenza di creatività nell'elaborazione dei valori culturali ed estetici.
La serata si conclude con la proiezione del video documentario Il 900 delle donne e il monito delle relatrici alle giovani generazioni, affinché difendano le conquiste di mamme e nonne - che insieme alle insegnanti sono il veicolo preferenziale di assorbimento della rivoluzione femminista.
Perché siamo sul punto di perdere quello che sembrava scontato e siamo consapevoli dell'urgenza di difendere i nostri diritti, anche scendendo in piazza. Se non ora, quando?
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03/04/2011
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