Radicchio a 1,70 euro, ma nei campi non viene ritirato
Ascoli Piceno | Coldiretti Ascoli-Fermo denuncia il mancato rispetto dei contratti e rilancia la vendita diretta.
Al supermercato il radicchio arriva a costare 1,70 euro, ma nei campi rischia di marcire perché grande distribuzione e privati non hanno interesse a ritirarlo, violando i contratti stipulati con le imprese agricole. E le aziende che riescono a venderlo si vedono pagare 9 centesimi al chilo.
La maturazione precoce degli ortaggi, dovuta ai cambiamenti climatici, sta creando gravi problemi economici alle aziende dei territori di Ascoli e Fermo, e a farne le spese, tra le altre colture, è il radicchio, assieme ad altri tipi di insalata . “Il boom dell’offerta ha portato un crollo dei prezzi pagati agli agricoltori, senza aver però effetti sul prezzo al dettaglio pagato dai cittadini – spiega il presidente di Coldiretti Ascoli-Fermo, Marco Maroni -.
Ci troviamo dunque nella situazione paradossale in cui molte aziende sono costrette a lasciare il prodotto nei campi, in quanto i costi di raccolta sono più alti del ricavo che se ne farebbe vendendoli. Con la beffa di vedere che al supermercato i prezzi non si sono neppure abbassati”. Il radicchio, per esempio, viene pagato ai produttori tra i 9 e i 20 centesimi al chilo, salvo poi trovarlo sui banchi a 1,70 euro. Ma non mancano casi più gravi. Molte aziende si trovano, infatti, in difficoltà per il mancato rispetto dei contratti di acquisto.
“C’è chi ha piantato determinate colture sulla base di precisi accordi che ora non vengono rispettati da privati e intermediari – denuncia Maroni -. In qualche caso la faccenda finirà in mano agli avvocati, ma in altri, dove magari ci si era fidati, il danno è irreparabile”. L’unica soluzione secondo Coldiretti Ascoli-Fermo è accelerare la diffusione della vendita diretta. “La legge di orientamento permette alle imprese agricole di avviare la commercializzazione con una procedura semplificata – continua Maroni – e ciò potrebbe costituire un freno alle ormai ricorrenti crisi di mercato, dando al consumatore la possibilità di acquistare frutta e verdura davvero ‘dal campo alla tavola’.
Oltre a ciò, stiamo lavorando alla realizzazione di farmer’s market nei centri cittadini, il primo dei quali, a Fermo, è ormai in dirittura d’arrivo”. Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti-Agri2000, nella nostra regione sono oggi circa 900 le imprese che hanno scelto di accorciare la filiera, offrendo ai cittadini-consumatori l’opportunità di fare i propri acquisti in azienda e generando un fatturato di circa 45 milioni di euro.
La maturazione precoce degli ortaggi, dovuta ai cambiamenti climatici, sta creando gravi problemi economici alle aziende dei territori di Ascoli e Fermo, e a farne le spese, tra le altre colture, è il radicchio, assieme ad altri tipi di insalata . “Il boom dell’offerta ha portato un crollo dei prezzi pagati agli agricoltori, senza aver però effetti sul prezzo al dettaglio pagato dai cittadini – spiega il presidente di Coldiretti Ascoli-Fermo, Marco Maroni -.
Ci troviamo dunque nella situazione paradossale in cui molte aziende sono costrette a lasciare il prodotto nei campi, in quanto i costi di raccolta sono più alti del ricavo che se ne farebbe vendendoli. Con la beffa di vedere che al supermercato i prezzi non si sono neppure abbassati”. Il radicchio, per esempio, viene pagato ai produttori tra i 9 e i 20 centesimi al chilo, salvo poi trovarlo sui banchi a 1,70 euro. Ma non mancano casi più gravi. Molte aziende si trovano, infatti, in difficoltà per il mancato rispetto dei contratti di acquisto.
“C’è chi ha piantato determinate colture sulla base di precisi accordi che ora non vengono rispettati da privati e intermediari – denuncia Maroni -. In qualche caso la faccenda finirà in mano agli avvocati, ma in altri, dove magari ci si era fidati, il danno è irreparabile”. L’unica soluzione secondo Coldiretti Ascoli-Fermo è accelerare la diffusione della vendita diretta. “La legge di orientamento permette alle imprese agricole di avviare la commercializzazione con una procedura semplificata – continua Maroni – e ciò potrebbe costituire un freno alle ormai ricorrenti crisi di mercato, dando al consumatore la possibilità di acquistare frutta e verdura davvero ‘dal campo alla tavola’.
Oltre a ciò, stiamo lavorando alla realizzazione di farmer’s market nei centri cittadini, il primo dei quali, a Fermo, è ormai in dirittura d’arrivo”. Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti-Agri2000, nella nostra regione sono oggi circa 900 le imprese che hanno scelto di accorciare la filiera, offrendo ai cittadini-consumatori l’opportunità di fare i propri acquisti in azienda e generando un fatturato di circa 45 milioni di euro.
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03/04/2007
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