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Il cineforum presenta "Angela"

| SAN BENEDETTO - La terza regia e prova più matura di Roberta Torre. In questo film niente colori esagerati, attori-maschere e musica popolare da esportazione.

di Antonella Roncarolo

Inizia martedì 8 aprile alle 21:30  al Cinema Calabresi con il terzo lungometraggio di Roberta Torre, il sesto ciclo di film proposto dal Cineforum di San Benedetto.

 Roberta Torre, milanese ma dal 1990 trasferitasi a Palermo, al suo terzo film, Angela- (presentato nella sezione cannense della 'Quinzaine des realisateurs'), ci sorprende regalandoci la sua opera più matura, complessa nella sua lineare semplicità e coinvolgente ed ammaliante più di quanto lo fossero i suoi 'boss canterini' ('Tano da morire') o immigrati sorridenti ('Sud Syde Story').

Tratto da una storia vera, 'Angela' racconta di una donna del sud, nata e cresciuta a Ballarò, il quartiere del mercato a Palermo. A vent'anni si sposa con Saro, e con lui condivide per anni una vita fatta di traffici di droga e facili guadagni. E' moglie, amante e braccio destro del marito: è affascinata da questa vita, le piacciono il lusso ed i soldi, ma soprattutto il rischio. Per Saro ha rotto con la sua famiglia, ha rinunciato ad un avvenire di onestà e di lavoro pulito. Quando vede per la prima volta il giovane Masino è inevitabile che scatti la molla della passione: lui diventa il braccio destro del marito, mentre i due iniziano una storia d'amore tormentata. Si sa già come fanno a finire queste storie: nulla di buono si prospetta all'orizzonte. Ma alla regista poco importa seguire pedissequamente gli sviluppi della sua storia fissando invece la sua macchina da presa sui più sorprendenti e misteriosi eventi delle emozioni dei suoi protagonisti.

Con identico languore ed amore per la quotidianità di gesti sempre uguali (e per questo sempre più straordinari) che ci hanno fatto amare il film di Wong Kar-Way 'In the mood for love', Roberta Torre pedina 'Angela' nei suoi movimenti quotidiani alla ricerca e scoperta di quella fonte inesauribile di 'verità umane' che sono i più piccoli e falsamente insignificanti gesti della nostra vita. E l'attrice, debuttante al cinema Donatella Finocchiaro, è un Angela 'nello stato dell'amore' di commovente e realistica semplicità. Un volto intenso, due grandi occhi neri nei quali la macchina da presa rischia continuamente di perdersi, e movimenti del corpo che non hanno nulla da invidiare alle sinuose movenze con le quali Maggie Cheung percorreva il film di Kar-Way.
 

  Attorno a lei Roberta Torre ha riunito, confermando il suo talento nella ricerca e scoperta di volti 'neorealisti', un mondo di uomini crudeli e disarmanti allo stesso tempo. E uomini, dal marito Saro (il volto di 'gangster americano' di Mario Pupella) all'amante Masino (la bellezza intensa e passionale di Andrea Di Stefano), costretti a rinunciare continuamente ai propri sentimenti.
   E in una Palermo fotografata come in un film di Scorsese da Daniele Ciprì ed ammaliata dalla note musicali di Andrea Guerra (il suo tema d'amore è debitore della splendida colonna sonora di Michael Galasso per il film di Kar-Way), ancora oggi si aggira la nostra 'Angela', che per aver osato affrontare un mondo dove le leggi sono scritte dagli uomini, è condannata a vagare solitaria per le vie della città tra i ricordi ed i fantasmi di eroi fragili e passionali.

07/04/2003





        
  



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