“La prospettiva di un partito unico del centrodestra che sia l’equivalente in Italia del Partito Popolare Europeo è il fatto nuovo che potrebbe risolvere il dilemma in cui ci troviamo dopo queste elezioni regionali. Bisogna dare un segnale di unità il prima possibile. Un partito unico per chi ci vuole stare, ma democratico: con più leader e non uno soltanto. Questo è un tema sul tavolo della discussione nazionale.”

 

A parlare è il senatore dell’Udc Amedeo Ciccanti, che commenta per la prima volta l’esito delle elezioni regionali, che hanno visto prevalere nelle Marche il candidato del centrosinistra Gian Mario Spacca sul candidato del centrodestra, proprio dell’Udc, Francesco Massi, con una percentuale del 57,75% contro il 38,55.

 

Come spiega i quasi 20 punti di scarto inflitti ad un candidato dell’Udc? “Abbiamo pagato il trend negativo nazionale – spiega Ciccanti – con l’aggiunta di una responsabilità della classe dirigente della Casa delle Libertà regionale, la quale non ha saputo comunicare e denunciare il malgoverno della sinistra in questi dieci anni. Poi non si fa campagna elettorale negli ultimi 30 giorni, ma nel corso di tutti i cinque anni di legislatura. Né basta denunciare le malefatte del centrosinistra. Occorre anche proporsi come alternativa programmatica e soprattutto morale e politica. Questi sono errori di tutta la Casa delle Libertà. Non tutte le colpe possono ricadere su Massi.”

 

I sindaci. Ciccanti ne ha anche per i sindaci del centrodestra, specie Celani di Ascoli e Martinelli di San Benedetto, che pure non nomina: “a livello locale abbiamo registrato purtroppo delle autorevoli assenze del centrodestra nella campagna elettorale. È sembrato che questa campagna delle regionali non riguardasse gli amministratori della Casa delle Libertà, specie nelle due principali città del nostro collegio elettorale”.

 

I carissimi alleati. “Non ci consoliamo con il fatto che l’UDC sia stato l’unico partito della Casa delle Libertà ad avere un successo elettorale – dice Ciccanti – rispetto alla frana che ha investito Forza Italia e al ridimensionamento di AN”.

 

Il centrosinistra. Le accuse al centrosinistra riguardano la legge elettorale: “il “tatarellum” ha mostrato tutti i suoi limiti, tradendo il voto degli elettori. Il centrosinistra ha la responsabilità di non aver cambiato la legge elettorale negli ultimi cinque anni. Questo ha impedito sia una fedele rappresentanza del voto espresso, sia un’equa ripartizione territoriale dei seggi”.

 

Elezioni anticipate? “Con Berlusconi perdiamo nel 2006 – dice Ciccanti – ma senza Berlusconi perdiamo lo stesso. Con la Lega perdiamo nel 2006. Ma senza Lega perdiamo lo stesso. Questo è il nostro attuale dilemma. Diciamo allora che agli italiani non dobbiamo dare una prospettiva messianica, ma un progetto politico. Al momento abbiamo una difficoltà a rappresentare il ceto moderato, che potrebbe rivolgersi ai moderati del centrosinistra. Ciò non toglie che si illudono coloro che pensano a delle scorciatoie.” Anche il vicepremier Follini, del vostro partito? “Ripeto che si illudono coloro che pensano a delle scorciatoie.”