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Pasqua nelle Marche

| Località e agriturismi della regione tra le mete privilegiate dai turisti

di Luigina Pezzoli

Gli italiani amano trascorrere il ponte di Pasqua nel proprio Paese. Tra le località più apprezzate alcune preferenze vanno alla regione Marche, scelta da 102.712 turisti italiani con un'incidenza percentuale del 2%. Per quanto riguarda le prenotazioni nelle strutture ricettive di tutta la regione, nel mese di aprile sono state riservate il 32,2% delle camere disponibili, stessa percentuale per le prenotazioni del ponte del 25 aprile e 1° maggio, mentre il periodo pasquale le stanze “impegnate” raggiungono quota 39%. Questo quanto emerge da un’indagine dell’Osservatorio sul turismo di Unioncamere-Isnart i cui dati per le Marche sono stati elaborati dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V. Disaggregando il dato a livello provinciale si evince che la località più gettonata per i giorni relativi alle festività pasquali è Ascoli Piceno, come risulta dai dati sulle prenotazioni effettuate dai turisti italiani (46,01%), quasi a pari merito con Macerata dove le prenotazioni sono pari al 45,6%.

La provincia di Pesaro Urbino, al contempo, per lo stesso periodo ha fatto registrare il 37% delle prenotazioni mentre Ancona il 33%. Anche quest’anno, la Pasqua premia gli agriturismi che registrano un’ampia fetta di prenotazioni, grazie al sempre più ampio apprezzamento dei prodotti tipici locali. Sarà, infatti, di oltre 2,3 miliardi la spesa che i turisti pasquali sosterranno per pranzi e colazioni, con prodotti tipici e legati alle nostre terre (agnello, salumi, formaggi, ortaggi, frutta, dolci, uova, pasta, vini e spumanti), e per trascorrere giornate di relax a contatto con la natura. Sulle tavole imbandite e nelle “scampagnate” per le cosiddette gite “fuori porta” del giorno di Pasquetta dunque i prodotti tipici saranno i più richiesti.

Gli italiani ripartiranno in questo modo le spese: 290 milioni di euro per pane, paste e dolci; 380 milioni di euro per i formaggi; 520 milioni di euro per salumi, insaccati, agnelli e carni; 260 milioni di euro per ortofrutticoli (in particolare, carciofi, asparagi, radicchio) e per i legumi; 270 milioni di euro per l’olio d’oliva. Le uova restano parte integrante della tradizione: durante la Settimana Santa se ne consumeranno più di 380 milioni, soprattutto per preparare i classici dolci pasquali, per una spesa complessiva che si aggira attorno ai 70 milioni di euro. Interessante, inoltre, sottolineare la forte ripresa per gli ovicaprini nel tradizionale appuntamento pasquale.

 

07/04/2007





        
  



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