Spacca ribadisce il no della Regione ai tagli
Ancona | Secondo il documento ministeriale sarebbero 927 i posti tagliati nelle Marche.
Alla preoccupazione delle famiglie e delle associazionismi si unisce quella dei sindacati che si sono mossi con iniziative di vario tipo, sollecitando il Governo regionale ad assumere decisioni condivise e sostenibili dal sistema scuola e dal sistema socio economico della comunità marchigiana.
Il presidente Spacca evidenzia come i tagli mettano in seria difficoltà il servizio e la sua qualità. "Il contenimento della spesa - dichiara - non può passare attraverso un indebolimento dell'istruzione. Tanto più in un momento come questo, di grande crisi economica. L'operazione da fare è opposta e dobbiamo accompagnare i giovani in un percorso formativo altamente qualificato".
In base ai dati contenuti nel documento ministeriale, nelle Marche si ridurrebbero complessivamente 927 posti in organico; di questi, 659 sono posti di diritto, 103 di fatto e 165 sono quelli relativi all'insegnamento della seconda lingua comunitaria.
"All'inizio di marzo - continua Spacca - abbiamo già fatto pervenire al Ministro Gelmini le nostre osservazioni, sottolineando le peculiarità della nostra realtà, con un territorio caratterizzato da un insediamento diffuso, anche di natura scolastica, alla base della coesione sociale del territorio. Forte è poi la differenza tra la costa e la zona interna collinare e montuosa. Se ci limitassimo a mere operazioni matematiche, sarebbero questi i territori più colpiti dai tagli, andando a ledere i diritti di questi cittadini all'accesso all'istruzione.
"Le Marche, inoltre, sono tra le prime regioni italiane per l'inserimento sociale degli immigrati, le cui iscrizioni negli istituti scolastici regionali sono aumentate costantemente nell'ultimo decennio e questo anno di 3 mila unità. Il rischio che deriverebbe dalle riduzioni in organico sarebbe insuccesso scolastico e dispersione".
Spacca ha richiamato l'attenzione anche sulla necessità di garantire, specie a famiglie già in crisi ma comunque caratterizzate da una tradizione di occupazione al femminile, sezioni con moduli a 30 ore e con tempo pieno e prolungato nella scuola di base.
Per questi motivi la Regione ha chiesto al Governo un ripensamento su tali scelte, con l'avvio di un confronto reale che abbia al centro i valori dell'educazione e dell'istruzione, quali diritti fondamentali da tutelare e promuovere per il futuro delle giovani generazioni.
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09/04/2009
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