Replica a Mauro Martini di Francesco Neroni e Giorgio Cipollini
Ascoli Piceno | "Affermare che l'accordo sul trasferimento del personale della provincia è "nullo" e che lui avrebbe firmato per "carità cristiana" e dopo aver "subito pressioni" è un insulto, oltre che a se stesso, a tutte le organizzazioni sindacali".
La Funzione Pubblica CGIL (simbolo)
Leggiamo con stupore gli articoli apparsi oggi sulle pagine locali a firma del Segretario della UIL FPS Mauro Martini.
Affermare che l'accordo sul trasferimento del personale della provincia è "nullo" e che lui avrebbe firmato per "carità cristiana" e dopo aver "subito pressioni" è un insulto oltre che a se stesso a tutte quelle organizzazioni sindacali che, con fatica, hanno lavorato per raggiungere un risultato, al momento, il migliore possibile.
Sapevamo tutti di doverci misurare con una legge sbagliata, per certi aspetti inapplicabile e che non prevedeva nessun finanziamento.
Noi abbiamo lavorato per limitare al massimo i danni ai dipendenti, cercando di individuare tutte le soluzioni per alleviare i disagi, compensandoli con indennità specifiche.
La stabilizzazione dei precari, punto centrale e prioritario della trattativa, è stata perseguita con coerenza rispetto all'accordo sottoscritto nel 2008, che prevedeva la stabilizzazione al raggiungimento dei requisiti previsti dalla finanziaria.
La trattativa quindi, è stata difficile anche per la mancanza di riferimenti legislativi e contrattuali, ma ancora di più è stata segnata da interessi di parte e sopratutto personali (non estranei al segretario della UIL), che hanno pesato non poco nella definizione dell'accordo.
Nella definizione di qualsiasi accordo è innegabile che ogni soggetto deve essere disponibile a rinunciare a posizioni predeterminate; appellarsi quindi oggi, alla concertazione, forse per lavarsi le mani, e tentare di sottrarsi alle proprie responsabilità, è troppo comodo, e non fa certo onore ad un sindacato che si definisce "dei cittadini".
Affermare che l'accordo sul trasferimento del personale della provincia è "nullo" e che lui avrebbe firmato per "carità cristiana" e dopo aver "subito pressioni" è un insulto oltre che a se stesso a tutte quelle organizzazioni sindacali che, con fatica, hanno lavorato per raggiungere un risultato, al momento, il migliore possibile.
Sapevamo tutti di doverci misurare con una legge sbagliata, per certi aspetti inapplicabile e che non prevedeva nessun finanziamento.
Noi abbiamo lavorato per limitare al massimo i danni ai dipendenti, cercando di individuare tutte le soluzioni per alleviare i disagi, compensandoli con indennità specifiche.
La stabilizzazione dei precari, punto centrale e prioritario della trattativa, è stata perseguita con coerenza rispetto all'accordo sottoscritto nel 2008, che prevedeva la stabilizzazione al raggiungimento dei requisiti previsti dalla finanziaria.
La trattativa quindi, è stata difficile anche per la mancanza di riferimenti legislativi e contrattuali, ma ancora di più è stata segnata da interessi di parte e sopratutto personali (non estranei al segretario della UIL), che hanno pesato non poco nella definizione dell'accordo.
Nella definizione di qualsiasi accordo è innegabile che ogni soggetto deve essere disponibile a rinunciare a posizioni predeterminate; appellarsi quindi oggi, alla concertazione, forse per lavarsi le mani, e tentare di sottrarsi alle proprie responsabilità, è troppo comodo, e non fa certo onore ad un sindacato che si definisce "dei cittadini".
FP-CGIL CISL-FP
Francesco Neroni Giorgio Cipollini
|
09/04/2009
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