Importante iniziativa dell'Organismo di Partecipazione
| SAN BENEDETTO - L'impegno è quello di impedire l'esecuzione ed ottenere che Amina e gli altri condannati a morte per lapidazione, possano godere di tutti i propri diritti per una regolare richiesta d'appello.
di Patrizia Logiacco*
Il 3 giugno prossimo la Corte superiore d'Appello della sharia di Katsina, in Nigera, processerà Amina Lawal, colpevole di aver avuto un figlio fuori dal matrimonio. La decisione è quella di confermare la condanna a morte per lapidazione.
L'Organismo di Partecipazione, come per Safiya, fa appello a tutte le associazione ed ai singoli cittadini affinché esprimano il loro dissenso, sottoscrivendo on line l'appello al sito : www.amnesty.it/primopiano/nigeria/nigeria.php3.
Oltre ad Amina sono stati condannate a morte per lapidazione altre 3 persone: Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman(entrambi accusati di adulterio) e Maltam Ado Baranda (accusato di stupro).
La condanna potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento.
L'impegno è quello di impedire l'esecuzione ed ottenere che Amina e gli altri condannati a morte per lapidazione, possano godere di tutti i propri diritti per una regolare richiesta d'appello e una Corte imparziale e indipendente.
La pratica della condanna a morte per lapidazione è una delle peggiori forme di punizione ed è proibita dal Patto internazionale sui diritti civili e politici e dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, entrambe sottoscritte dalla Nigeria.
Sul sito sono state sinora raccolte 557921 firme.
*Presidente dell' Organismo di Partecipazione Comune di San Benedetto del Tronto
L'Organismo di Partecipazione, come per Safiya, fa appello a tutte le associazione ed ai singoli cittadini affinché esprimano il loro dissenso, sottoscrivendo on line l'appello al sito : www.amnesty.it/primopiano/nigeria/nigeria.php3.
Oltre ad Amina sono stati condannate a morte per lapidazione altre 3 persone: Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman(entrambi accusati di adulterio) e Maltam Ado Baranda (accusato di stupro).
La condanna potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento.
L'impegno è quello di impedire l'esecuzione ed ottenere che Amina e gli altri condannati a morte per lapidazione, possano godere di tutti i propri diritti per una regolare richiesta d'appello e una Corte imparziale e indipendente.
La pratica della condanna a morte per lapidazione è una delle peggiori forme di punizione ed è proibita dal Patto internazionale sui diritti civili e politici e dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, entrambe sottoscritte dalla Nigeria.
Sul sito sono state sinora raccolte 557921 firme.
*Presidente dell' Organismo di Partecipazione Comune di San Benedetto del Tronto
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11/05/2003
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